FOTO DI STABIA

sabato 26 marzo 2011

LAVORO E RILANCIO ECONOMICO: IL NOSTRO IMPEGNO PER LA CITTA'


I partiti politici di maggioranza PdL, Udc, Uniti per Stabia, Una Nuova Città, Agorà, Stabia rialzati, Pri, Dc e Lega Sud Ausonia esprimono la loro piena solidarietà e vicinanza ai lavoratori tutti e a coloro che manifestano per affermare i loro diritti e le loro esigenze.
L'impegno che i consiglieri di maggioranza hanno assunto nei confronti di tutti i cittadini stabiesi al momento della loro candidatura, nel pieno rispetto del programma elettorale sottoscritto, è centrato sulle politiche del lavoro e dell'occupazione oltre che sull'affermazione del principio di legalità e sicurezza in città.
Nonostante le avverse condizioni economiche e finanziarie sofferte anche dalla nostra città in seguito alla crisi internazionale e oltre, i gruppi consiliari di maggioranza hanno costantemente supportato l'operato amministrativo del Sindaco Bobbio nel ricercare e mantenere attivi i tavoli di confronto con gli organi istituzionali in tutte le sedi competenti  (Provincia, Regione e Governo) e con i competenti soggetti industriali territoriali e nazionali.
La cantieristica navale (Fincantieri), orgoglio e lustro della nostra città, così come le altre realtà economiche in difficoltà (Terme di Stabia, ex Avis, Stabia Porto, ex Sintesi) hanno ed avranno dai consiglieri di maggioranza, di concerto con il Sindaco e l'Amministrazione comunale, la massima attenzione tesa sempre a tutelare nelle forme e nei modi di legge consentiti i lavoratori tutti, così come già positivamente dimostrato dall'Amministrazione comunale in occasione della risoluzione della vertenza, in sede prefettizia, riguardante le diverse decine di lavoratori del “Crowne Plaza” Castellammare di Stabia ha bisogno di una svolta finalizzata ad un rilancio economico del territorio che deve essere garantito con un nuovo modo di intendere la politica scevro da condizionamenti e/o paletti ideologici di sorta.
Per tale motivo, i suddetti partiti politici ritengono che lo sviluppo economico, oltre che all'impegno per la salvaguardia dei livelli occupazionali, non può che passare da un rilancio turistico della nostra città, attese le enormi potenzialità che la stessa offre e che purtroppo per tanto tempo e per motivi incondivisi sono restate inespresse.
In merito, l'attività politica svolta in questo primo anno di legislatura è stata costante e non vana I consiglieri di maggioranza, uniti come non mai al Sindaco e all'Amministrazione, ieri come oggi ribadiscono il loro impegno finalizzato esclusivamente al benessere e al rilancio socio-economico di Castellammare di Stabia e alla tutela dei lavoratori tutti.

Corteo, Bobbio: dilettantismo e volgarità nell'opera di disinformazione


“Si è messa in moto (meglio tardi che mai) l’internazionale dei giornalisti rossi. Su un paio di quotidiani, nella cronaca locale, sono comparsi resoconti della manifestazione a tutela dei sindacati che hanno superato ampiamente il confine del falso storico, a meno che gli autori di quelle cronache, forse anche accecati dal furore ideologico, non abbiano avuto serie difficoltà nel valutare in termini di presenze quello che gli sfilava davanti. Ma si sa: questi conteggi sono soggettivi e mai come in questi casi la matematica dev’essere una opinione”.
Lo ha detto il sindaco di Castellammare di Stabia, Luigi Bobbio.
“In questi resoconti ha inoltre certamente giocato un ruolo pesante (anche talvolta a dispetto della ancor giovane età anagrafica) la sclerosi degenerativa professionale, culturale e ideologica di qualche articolista, incatenato ai soliti logori stereotipi secondo i quali, per loro, la manifestazione sindacale è sempre ‘colossale’, ‘imponente’, ‘orgogliosa’, e riscuote sempre, oltre a partecipazioni oceaniche, anche la presenza unanime della città. Ecco che allora c’è chi ne conta mille, chi tremila, c’è chi ne conta 4mila come accaduto ieri. Ed ecco che qualche pazzerellone, solo perché incontra il presidente della locale Ascom davanti al suo negozio, mentre sfila il corteo, si ritiene in diritto di riferire che l’ottimo imprenditore stesse anch'egli sfilando entusiasticamente, cosa storicamente falsa”, ha aggiunto Bobbio.
“Quanta volgarità e quanto dilettantismo. Vergogna! Tuttavia, malgrado l’internazionale rossa di questi giornalisti, alle loro valutazioni numeriche soggettive e prive di documentazione, si contrappone il dato fotografico da noi pubblicato e riguardante la presenza effettiva al comizietto davanti al Comune: al più, trecento persone comprensive di professionisti del sindacato, di consiglieri comunali, di qualche studentello, di qualche commerciante non iscritto all’Ascom, come quelli di via Brin, di rappresentanti di Pomigliano d’Arco, di quelli del Cis di Nola, e di qualche appartenente alle forze dell’ordine in borghese che si aggirava nel gruppuscolo.
nella foto: il corteo di manifestanti arrivato al Comune (Ph. Manzo)
Ai nostri cari professionisti della disinformazione auguriamo buon lavoro, ricordando ad ognuno di essi che l’unico fango che c’è in questa ultima vicenda è quello del loro prezzolato resoconto nonché quello che si trova nella loro scatola cranica”, ha continuato Bobbio.
“Alle falsità di costoro continuerò a rispondere con un’unica e sola verità: l’impegno concreto del sottoscritto, di concerto con la mia Amministrazione, finalizzato esclusivamente ad addivenire ad un nuovo e reale rilancio economico ed occupazionale della nostra città. Tutto il resto è noia. Agli amici lavoratori confermo di essere al loro fianco e di continuare a lavorare per il loro interesse, chiedendogli una sola cosa: cambiatevi rappresentanti. Comunque, fa altresì piacere leggere, di contro, che altri giornalisti mantengono una elevata e rigorosa deontologia professionale, riportando episodi scomodi, accaduti nella manifestazione, come il gravissimo assalto alle transenne, senza minimizzarlo, e il criminale e terroristico gesto del raid vandalico da parte di alcuni manifestanti a un bar cittadino che aveva osato mantenere la saracinesca alzata. Ho fiducia, peraltro, che a questi episodi si allarghino accertamenti già in corso circa le modalità con le quali, nei giorni precedenti la manifestazione, sarebbe stata chiesta da più di qualcuno la ‘spontanea adesione’ alla protesta”, ha concluso Bobbio.
nella foto: l'assalto alle transenne, un frame dall'impianto di videosorveglianza

Lavoro, Bobbio: i sindacati difendono loro interesse di casta

“Poveri lavoratori stabiesi e campani costretti ad affidarsi a esponenti sindacali tutti chiacchiere e corteo. In questa vicenda, ma non solo in questa, una cosa appare sempre più certa (con la buona pace di qualche sindacato serio, come la Cisl): la lotta in questa fase è dura (anche se con qualche paura), ed è quella dei sindacalisti per difendere il loro posto di lavoro”.
Lo ha detto il sindaco di Castellammare di Stabia, Luigi Bobbio.
“Chissà, forse da quest’ennesimo momento di crisi potrebbe venire fuori qualche cosa di buono, come ad esempio il definitivo spubblicamento di chi, da anni, rappresenta una delle peggiori caste, che non solo, come tutte le caste, cura esclusivamente il proprio interesse, interesse che negli anni addietro si è manifestato con modalità e forme poco trasparenti le quali hanno creato disagi personali e familiari a chi aveva una giusta e sacrosanta aspettativa di lavoro, ma che – inoltre – nel farlo danneggia gli interessi di chi dice di voler tutelare. Tutto ciò almeno a giudicare dal vuoto pneumatico e dagli slogan folli degli esponenti locali e regionali di organizzazioni come la Cgil, la Uil e l’Ugl. Ma tant’è: questo accade quando si resta tanti anni lontano dal 
lavoro”, ha concluso il sindaco Luigi Bobbio.

castellammare no marcia politica ma, in 4000 in marcia per il lavoro

F1, qualifiche: Vettel stratosferico in Australia. Hamilton 2°, Alonso solo 5°


La Red Bull è ritornata cosi come aveva lasciato l’anno scorso, cioè davanti a tutti e con grande margine. Nello specifico lo è stata con un Sebastian Vettel in forma strepitosa, capace di rifilare otto decimi all’inglese della McLaren Lewis Hamilton e al suo compagno di squadra Mark Webber.
Il campione del mondo in carica , dopo aver preparato la pole nelle terze libere di questa mattina in cui è stato nettamente il più veloce, ha girato in 1:23.529 facendo a meno anche dell’utilizzo del kers, che poteva fargli guadagnare qualcosa in più in termini di velocità e prestazionalità. Questo non gli ha impedito di marcare il giro più veloce e di abbassare il record della pista di 6 decimi (record che apparteneva a Michael Schumacher dal 2004). Anche Hamilton ha fatto una scelta analoga, che però non gli ha consentito di avvicinarsi più di tanto al tedesco. Dunque cosi come nell’ultima gara dell’anno scorso ad Abu Dhabi, la prima fila sarà composta da Vettel ed Hamilton.
Dopo i primi tre, troviamo l’altra McLaren di Jenson Button, a dimostrazione della ritrovata competitività del team inglese, che però è staccato di 1″ e 2 decimi.

Fernando Alonso con la Ferrari partirà subito dietro, dalla terza fila. Il campione spagnolo paga un distacco di quasi 1″ e mezzo, soltanto nell’ultimo settore, dove Vettel fa incredibilmente la differenza, è più lento di 1″. Vedremo se in gara, come spesso accade, la Ferrari riuscirà a limitare i danni, ma, al contrario dei giorni scorsi la F150° Italia sembra più nervosa, e soprtattutto sembra avere poco grip all’anteriore. A dimosrtrazione di ciò, la deludente ottava posizione di Felipe Massa, staccato di 2″ e mezzo, e che ha rischiato più volte l’eliminazione in Q1 e Q2.
Davanti al brasiliano partiranno il russo Vitaly Petrov e Nico Rosberg.
Completano la top-ten Kobayashi e Buemi.




Michael Schumacher è rimasto fuori al suo ultimo tentativo in Q2, cosi come Sergio Perez ed Jaime Alguersuari. Rubens Barrichello, che inizia con questo week-end la sua 19esima stagione in F1, è stato autore di un testacoda alla curva tre che non gli ha permesso di completare le qualifiche.
Fuori al primo turno Nick Heidfeld, Kovalainen e Trulli insieme a Glock, D’Ambrosio, Liuzzi e il rientrante dopo 5 anni Karthikeyan. I due piloti HRT non hanno ottenuto un tempo inferiore al 107 % del tempo migliore in Q1 e quindi non potranno prendere parte al GP, a meno che non si appellino per queste prime gare alla clemenza dei giudici sportivi.

Griglia di partenza
Pos.PilotaTeamTempoGap
1. VETTELRED BULL RENAULT1:23.529
2. HAMILTONMcLAREN MERCEDES1:24.307+0.778
3. WEBBERRED BULL RENAULT1:24.395+0.866
4. BUTTONMcLAREN MERCEDES1:24.779+1.250
5. ALONSOFERRARI1:24.974+1.445
6. PETROVRENAULT1:25.247+1.718
7. ROSBERGMERCEDES1:25.421+1.892
8. MASSAFERRARI1:25.599+2.070
9. KOBAYASHISAUBER FERRARI1:25.626+2.097
10. BUEMITORO ROSSO FERRARI1:27.066+2.537
11. SCHUMACHERMERCEDESQ2
12. ALGUERSUARITORO ROSSO FERRARIQ2
13. PEREZ
SAUBER FERRARIQ2
14. DI RESTA
FORCE INDIA MERCEDESQ2
15. MALDONADO
WILLIAMS COSWORTHQ2
16. SUTILFORCE INDIA MERCEDESQ2
17. BARRICHELLO
WILLIAMS COSWORTHQ2
18. HEIDFELDRENAULTQ1
19. KOVALAINEN
LOTUS RENAULTQ1
20. TRULLI
LOTUS RENAULTQ1
21. GLOCK
VIRGIN COSWORTHQ1
22. D’AMBROSIO
VIRGIN COSWORTHQ1
23. LIUZZI
HISPANIA COSWORTHNQ 107%
24. KARTHIKEYAN
HISPANIA COSWORTHNQ 107%

L' Indotto Fincantieri risponde ai tanti commenti



E’ dal primo contratto d’Area che Castellammare di Stabia sta aspettando la fase dello sviluppo, ma questa è diventata una “palla da gioco” che rimbalza dal Comune alla Regione senza che nessuno si prenda la responsabilità di una scelta seria e definitiva, la manifestazione pacifica di ieri è stata solo un conseguenza di 12 mesi di assenza da parte di una classe politica, non è stata al mio avviso una marcia contro Bobbio ed a favore della minoranza. In quella marcia si è solo sottolineato l’assenza di una parte politica che dice di essere con i lavoratori ma nel concreto si nasconde dietro ai proclami fatti sui vari siti e testate giornalistiche. Li c’era una classe di una città che chiede una politica unita per contrastare una crisi che di fatto sta diventando strutturale. Castellammare aspetta da troppo tempo risposte e adesso per Fincantieri non possiamo più permetterci tentennamenti, né tanto meno assenze, come quella del sindaco di Castellammare e di qualche consigliere che fa l’ago della bilancia per un suo tornaconto. Gli amministratori delle altre città come Ancona, Genova, Marghera fino a Palermo insieme ai sindacati e alla politica di tutti gli schieramenti, hanno saputo mettere davanti a tutto gli interessi delle città e delle persone che rappresentavano, riuscendo ad avere l’attenzione adeguata ai loro problemi. Perché qui non si è in grado di fare lo stesso? Bobbio: non ha dato una grande prova di sé  “chiudendosi” nel palazzo, senza presenziare e senza sostenere la piazza dei lavoratori: la dignità ed il decoro di un popolo non lo si tutela con la “castità”  vietando le minigonne alle ragazze, o gli emendamenti sindacali anti assembramento, ma difendendo i diritti dei cittadini, il primo tra tutti quello al lavoro. Sicuramente l’immagine della legalità è diversa, anche perché lui da Magistrato è il Maradona su questo. Il Sindacato non si lascia fuori dalle discussioni, mentre nelle stanze segrete si fanno compromessi, queste due strutture devono per ragione di forza camminare a braccetto, perché insieme si deve fare il bene di una collettività che questa manifestazione grida a gran voce; lanciando un appello a tutte le forze politiche in maniera bipartisan, ai nostri parlamentari, alla Regione, al Comune di Castellammare e ai vertici della Fincantieri, affinché si apra subito un tavolo con fatti e risorse per dare risposte reali ai lavoratori della Fincantieri e dell'indotto a partire dall’avvio del bacino di costruzione. 


Indotto Fincantieri Cardone Rolando

Fiat/ Sede a Detroit dopo la fusione con Chrysler


marchionneL'amministratore delegato di Fiat e Chrysler, Sergio Marchionne avrebbe intenzione di trasferire il quartier generale del gruppo negli Stati Uniti, dopo la fusione tra Fiat e Chrysler. E' quanto trapela da uno Special Report della Reuters sulla Fiat, in cui l'agenzia cita fonti vicine a Marchionne.
Nell'articolo si spiega che l'idea di Marchionne e' quella di controllare la maggioranza di Chrysler, dopo aver completato, entro quest'anno, l'Ipo della societa' americana e aver, prima ancora, completamente rimborsato i circa 7 miliardi di dollari di prestiti accordati dal governo Usa a Chrysler.
Inoltre, secondo quanto riferiscono le fonti,Marchionne sta pensando di quotare in Borsa la Ferrari e valuta questo marchio circa 7 miliardi di dollari.






FIAT: AZIENDA RIBADISCE, SU SEDE ANCORA NESSUNA DECISIONE - La scelta sulla sede legale della Fiat ''non e' ancora stata presa'' e le notizie pubblicate dalla Reuters sul suo spostamento negli Stati Uniti ''con tutta evidenza'' sono ''informazioni non attuali''. Lo precisa il Lingotto in un comunicato. ''In relazione alle notizie pubblicate oggi dalla Reuters sullo spostamento della sede legale negli Stati Uniti - si legge nella nota - si precisa che si tratta con tutta evidenza di informazioni non attuali come appare chiaro dal fatto che siano state pubblicate all'interno, e senza particolare evidenza, di un lungo report sulla Fiat. A nostro avviso ben diverso sarebbe stato infatti il peso dato alla notizia in caso di informazioni fresche ed esclusive''. ''Nulla infatti e' cambiato - prosegue Fiat - rispetto alle notizie che erano apparse all'inizio di febbraio e che erano state commentate e precisate dall'amministratore delegato della Fiat Sergio Marchionne in occasione dell'audizione parlamentare del 15 febbraio scorso''. ''E' quindi opportuno - prosegue ancora la nota - ricordare quanto il dottor Marchionne disse sull'argomento: 'Stiamo lavorando al risanamento di Chrysler, in modo che la Fiat sara' nella posizione per aumentare la propria quota. Al momento la societa' americana non e' quotata, ma speriamo che questo succeda in un prossimo futuro. Quando avremo due entita' legali che coesistono, quotate in due mercati diversi, si porra' evidentemente un problema di Governance. La scelta sulla sede legale non e' ancora stata presa. Sara' condizionata da alcuni elementi di fondo. Il primo e' il grado di accesso ai mercati finanziari, indispensabile per gestire un business che richiede grandi investimenti e ingenti capitali. Il secondo ha a che fare con un ambiente favorevole allo sviluppo del settore manifatturiero e quindi anche con il progetto Fabbrica Italia'''.
Le nuove indiscrezioni hanno riacceso anche le reazioni dal mondo della politica e del sindacato. La Cgil chiede l'intervento del governo mentre la Uil non intende correre dietro rumors e indiscrezioni e rimanda alle assicurazioni fornite dal vertice Fiat. Elkann e Marchionne a piu' riprese hanno smentito la decisione di voler trasferire la sede del gruppo negli Stati Uniti.
Lo stesso Marchionne il mese scorso in una audizione alla Camera aveva sottolineato che ''se verranno realizzate le condizioni del piano, la Fiat potra' mantenere la sede legale in Italia''. ''La scelta sulla sede legale non e' ancora stata presa'', aveva detto Marchionne, precisando pero' subito dopo che ''sara' condizionata da alcuni elementi di fondo''. ''Il primo e' il grado di accesso ai mercati finanziari, indispensabile per gestire un business che richiede grandi investimenti e ingenti capitali. Il secondo ha a che fare con un ambiente favorevole allo sviluppo del settore manifatturiero e quindi anche con il progetto 'Fabbrica Italia'. Se si realizzeranno le condizioni che sono alla base del nostro piano allora il nostro Paese sara' nella posizione di mantenere la sede legale''.
Rileggendo le parole di Marchionne negli ultimi mesi, la questione della sede legale non sembra argomento all'ordine del giorno, ma non sembra neanche una questione di carattere strategico. Anche nel vertice tra Fiat e governo di meta' febbraio, la questione della sede non e' stata affrontata in quanto, come riferirono i ministri Romani e Sacconi, sara' argomento all'ordine del giorno non prima del 2013. Piu' imminente, sul fronte degli assetti societari, e' la crescita di Fiat nel capitale Chrysler. In base all'accordo Fiat salira' al 35% senza esborso di contanti ma sulla base della realizzazione di alcune condizioni. Il Lingotto poi vanta una opzione per salire al 51% di Chrysler.
Recentemente Marchionne ha affermato che Fiat non e' obbligata a esercitare l'opzione prima del ritorno in borsa di Chrysler ''ma e' meglio esercitare l'opzione prima, altrimenti scade''. ''L'opzione scade nel momento in cui Chrysler va in borsa. Fiat in compenso si e' tenuta il diritto di veto per bloccare l'operazione. Lo abbiamo fatto per proteggere la Fiat''.
La decisione di Barak Obama di dare la Chrysler alla Fiat da fiore all'occhiello per il sistema Italia si sta trasformando nell'incubo che Auburn Hills diventi il cuore dell'aggregato Fiat-Chrysler. La governance di Fiat-Chrylser e' un tema delicato guardando la storia infelice delle relazioni transatlantiche nell'auto, un settore dove le acquisizioni e fusioni spesso hanno prodotto risultati deludenti. Daimler pensava di governare Chrysler da Stoccarda con i risultati che tutti conoscono. Altrettanto mediocri le gestioni da Detroit delle province europee di GM e Ford con l'eccezione di Ford Europa che e' completamente autonoma. Ulteriore conferma delle difficolta' e' il caso della Volkswagen. La casa di Wolfsburg e' l'unico esempio positivo di capacita' di aggregare marchi, eppure nel Nordamerica perde qualcosa come 500 milioni di dollari l'anno. Tornando alla crescita di Fiat in Chrysler, tra le condizioni c'e' il rimborso dei prestiti governativi alla Chrysler (oltre un miliardo di dollari l'anno di interessi). L'obiettivo di Marchionne e' rimborsare i circa 7 miliardi di dollari di prestiti a USA e Canada entro l'anno assicurandosi migliori condizioni di finanzimento. Un elemento che dovrebbe far riflettere sullo pseudo condizionamento degli Stati Uniti su Marchionne. Quando Fiat ha presentato l'offerta a Obama per la Chrysler non c'era la fila di pretendenti e la casa americana versava in condizioni ben peggiori di quelle della Fiat quando venne nominato Marchionne. Nessun regalo americano alla Fiat. Il contratto impone condizioni precise per la salita del Lingotto nell'azionariato Chrysler.
La domanda e' quando Fiat potra' acquistare la maggioranza assoluta della casa americana. Marchionne ha detto che gia' nel 2011 l'operazione e' possibile ''ma non probabile''. La condizione e' il ritorno in borsa di Chrylser. Quanto potra' valere Chrysler? Guardando all'ipo di GM dei mesi scorsi e' probabile che Chrysler spuntera' valutazioni elevate, anche per la finanziarizzazione che caratterizza i collocamenti a Wall Street. Utilizzando i multipli di GM, il valore del 100% di Chrysler sfiorerebbe i 30 miliardi di dollari, quasi 4 volte la capitalizzazione di Fiat Spa. Utilizzando la media degli 8 principali costruttori auto al mondo, l'ipo Chrysler si attesterebbe intorno ai 20 miliardi. Un recente report di Barclays stima che Fiat dovra' sborsare intorno ai 500 milioni di euro per acquistare il 16% di Chrysler stimando intorno a 2 il rapporto enterprise value/ebitda del Lingotto. Al Credit Suisse invece ritengono che difficilmente Fiat potra' salire al 51% nel 2011 (l'ipo Chrysler viene stimata nel secondo semestre) dovendo centrare due performance event per passare dal 25% al 35% e rimborsare i prestiti governativi.

Libia/ Fratelli musulmani pronti a partecipare al post- Gheddafi

Mentre i raid della coalizione attaccano le forze del Colonnello per imporre la no-fly zone, i Fratelli musulmani libici attendono di capire quale sara' il destino del Paese, ma soprattutto quale ruolo e spazio per il loro movimento in una Libia post-Gheddafi. Che ci sia un futuro, ne e' convinto Abdulmonem Hresha che, da Londra, in un'intervista alla Cnn, ribadisce il desiderio del movimento di partecipare alla vita politica del Paese, sostenendo di aver "lavorato segretamente fino a questo momento" per questo risultato. Esprimendo la sua gratitudine verso i governi di "Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna" per l'intervento armato, Hresha rassicura i governi occidentali, dicendosi favorevole ad un sistema democratico multipartitico, come quello sperimentato nel corso del suo esilio in Canada e Gran Bretagna, nel quale pero' deve esserci posto per i principi coranici. Visti come potenziali anticorpi contro il diffondersi del terrorismo islamico nel Paese, i Fratelli musulmani libici devono tuttavia fare i conti con la forte presenza di forze laiche all'interno del Consiglio Nazionale libico di Bengasi, composto principalmente da intellettuali, liberi professionisti ed ex prigionieri politici che in piu' di un'occasione hanno ribadito la scarsa influenza del movimento all'interno dell'istituzione provvisoria.

Colmi