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venerdì 2 settembre 2011

La Fiom espulsa


La Fiom espulsa dalla Fiat come non avveniva dai tempi del fascismo.
Gli operai della Chrysler nell'America di Obama costretti a comprare coi propri fondi pensione un posto
di lavoro con paga dimezzata e divieto di sciopero .
I giovani operai cinesi della Foxcon costretti a dichiarare, come condizione di assunzione, che
rinuncieranno a suicidarsi e che le loro famiglie in caso di suicidio non chiederanno danni all'azienda.
Milioni di lavoratori europei sbattuti su una strada dopo decenni di sfruttamento o privati delle protezioni
sociali perchè i loro soldi servono a finanziare quelle stesse banche strozzine che li impiccano a mutui
insostenibili. Mentre le giovani generazioni sono private del diritto al lavoro- o a un lavoro degno- e
persino allo studio.
Intanto milioni di migranti, in fuga dalla fame o dalla morte prodotte dallo sfruttamento occidentale delle
loro terre, trovano proprio in Occidente il bastone del ricatto e della discriminazione più odiosa, sotto la
spinta di un veleno xenofobo e reazionario che in Europa non si vedeva da quasi un secolo.
Queste nuove regole del mondo moderno- tanto esaltate dai campioni della cosiddetta "borghesia
buona"- ci parlano della crisi dell'umanità. Questa è la vera "catastrofe". La catastrofe non sta nei puri
dati economici della crisi, su cui verrò, e tanto meno nell'improbabile "crollo" del capitalismo. La
catastrofe sta nella sopravvivenza quotidiana del capitalismo: di un sistema sociale che ha esaurito ogni
funzione storica progressiva e che trascina nel proprio fallimento la condizione dell'umanità,
condannando il mondo ad una regressione storica.
Per questo la rivoluzione socialista internazionale è l'unico orizzonte realistico di progresso. E noi siamo
orgogliosi di appartenere a quella corrente rivoluzionaria internazionale che non solo non si è mai arresa
e non si arrende alle regole del mondo del capitale, ma le vuole rovesciare. Perchè l'umanità riconquisti
il proprio futuro e innanzitutto il diritto a deciderlo.Perchè se i Marchionne hanno bisogno degli operai, gli
operai non hanno bisogno dei Marchionne.  

di ROLANDO CARDONE

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