FOTO DI STABIA

lunedì 7 febbraio 2011

Io napoletano rapinato a Ginevra nell'indifferenza generale

Desidero raccontarvi una disavventura che mi e' capitata la settimana scorsa in visita alla città per motivi di lavoro Premetto che quasi ogni anno visito la citta' per motivi di lavoro e soggiorno in un Hotel, molto tranquillo, che dista uno-due chilometri dalla stazione principale.

Martedi della scorsa settimana mi reco alla stazione dove, alle 20.00, ho un appuntamento con alcuni colleghi di lavoro per cenare. Decido di coprire il tratto di strada Hotel-stazione a piedi per rilassarmi un po'. A circa 500 metri dalla stazione vengo avvicinato da uno sconosciuto il quale sembra voler fare quattro chiacchiere con me.
Giudico l'approccio molto strano e pericoloso, decido, quindi, di accelerare il passo. Il tizio, visto la mia reazione, avvicina un suo piede al mio per farmi rallentare e contemporaneamente mi cinge il corpo
con un braccio. A questo gesto mi giro preoccupato invitandolo ad allontanarsi ma sento la sua mano entrare nella tasca del pantalone dove custodivo il portafogli. Urlo: il portafogli, e faccio una rotazione
brusca ed energica del busto che fa volare il mio portafogli a circa due metri di distanza. Il ladro cerca allora di andare a prenderlo ma l'ostacolo. Ad un certo punto, non so perche', ma per mia fortuna, egli
desiste. Mi accingo allora a prendere il portafoglio e mi accorgo che lo sconosciuto non accenna ad andare via. Caccio il telefonino e gli grido che chiamo la polizia e solo quando inizio a digitare il numero di telefono, il ladro scappa.

Scosso, cerco conforto in una coppia che nel frattempo sopraggiungeva. Vedo il terrore stampato nei loro occhi come preoccupati che gli potessi
chiedere aiuto. L'impressione che ho percepito e' che rappresentavo per loro un problema. Cerco dei poliziotti, manco a vederli anche perchè non sapevo dove cercarli. Alla fine si fanno le 20 e per non rovinare la serata a miei colleghi desisto a denunciare il tentativo di furto, adottando lo spirito dei vecchi fumetti di Nick Carter: tutto e' bene
quel che finisce bene.

La sera nella Hall dell'Hotel racconto ai Stuart la disavventura capitatami. Gelo glaciale, unico commento: le chiamiamo la polizia? Dico di no perche' oramai era passato un po' di tempo e salgo in camera. Non mi sono mai sentito così solo!

A proposito, dimenticavo di dire che tutto cio’ mi e' capitato nella civilissima Ginevra dove mi trovavo in visita per lavoro.
A volte noi Napoletani, che siamo giustamente ipercritici nei confronti della nostra città, dovremmo forse riflettere e ricordarci che isole felici non esistono da nessuna parte
.

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