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domenica 6 febbraio 2011

Doppio Matri e la Juve si rialza


A Cagliari doppietta dell'ex e sigillo di Toni. La Juve torna a correre grazie ai rinforzi in attacco

La Juve ha un centravanti. Se Alessandro Matri è davvero questo e non si è concesso una serata speciale per rispondere ai fischi del suo vecchio pubblico, Del Neri adesso ha qualcuno in area che sbatte la palla in porta come una punta vera. Del resto lo hanno comprato per questo e non l'hanno valutato pochi euro. I due gol dell'ex cagliaritano, aggiunti alla prodezza di Toni che ha segnato di testa dal dischetto del rigore, riportano i bianconeri al successo in trasferta che mancava da Catania e danno ossigeno a una squadra impaurita che rischiava di essere raggiunta anche dal Cagliari. L'aggancio dei sardi non è riuscito e oggi la Juve rosicchierà qualcosa a chi le sta davanti: è prematuro scommettere sul rilancio verso la zona Champions League, prendiamola piuttosto come una buona indicazione per il futuro perché aver ritrovato un goleador e forse due (se Toni reggerà, usato part-time) è un grosso passo avanti.

Restano da cancellare le brutte impressioni difensive. Quando il Cagliari si è scosso all'inizio della ripresa, la Juve ha incassato il gol di Acquafresca nonostante la difesa fosse schierata a pieno organico, ha rischiato il raddoppio di Conti e subito prima del 3-1 i sardi avevano segnato la rete del nuovo pareggio, annullata per uno strattone di Canini a Toni in mischia. La decisione di Rocchi, insieme ad una scorrettezza nella partenza dell'azione del terzo gol, ha fatto infuriare Donadoni e il Cagliari. E' ovvio che qualcuno ricolleghi gli episodi alle lamentele juventine dopo Palermo. Non ci sembra che aver visto il fallo di Canini equivalga ad aver ignorato il mani solare di Bovo.

Matri, dunque. Ma anche una insolita elasticità tattica di Del Neri, che ha corso un bel rischio togliendo nella ripresa Krasic e Marchisio: se l'esito fosse stato diverso il tecnico friulano ora starebbe sul banco degli imputati invece passa tra gli artefici della vittoria. Cambiare idea non è ammettere un fallimento se quella che si ha non funziona. Del Neri ha capito che il suo modulo storico non si adatta al momento della Juve e ha modificato il 4-4-2 dalle ali tarpate equilibrando meglio la costruzione del gioco. Felipe Melo si è abbassato al centro per proteggere la difesa da incubo, Marchisio e Aquilani si sono stretti, guadagnandone in efficacia (soprattutto Marchisio, mentre l'ex romanista rischia qualcosa per un calcetto a Cossu a terra, che va detto sembra involontario). Il fiacco Martinez e Krasic hanno giocato da attaccanti esterni lasciando a Matri il ruolo del centravanti.

Non siamo maniaci dei numerini che sembra spieghino tutto ma il 4-3-2-1 (o 4-3-3 che dir si voglia) questa volta è stato all'origine del cambiamento e ha aiutato la Juve a giocare meglio nel primo tempo, con il Cagliari intimidito e impreciso. Si notavano le crepe individuali esplose nella ripresa. Le insicurezze giovanili di Sorensen che sbagliava la misura su Cossu che gli arriva quasi alla cintura. Le frenesie di Bonucci. E Chiellini tornato dopo tre anni e mezzo a fare il terzino sinistro che non è più il suo ruolo e infatti lo interpreta come se fosse ancora uno stopper. Persino Buffon sbagliava un paio di uscite alte che i cagliaritani non sfruttavano. Non si aspettavano quegli errori dal miglior portiere del mondo, in evidente ritardo di condizione.

Comunque la Juve si presentava con pericolosità dopo aver tremato per una punizione di Conti. Matri sprofondava nei fischi di scherno quando tirava addosso ad Agazzu una palla gol simile a quella calciata contro Sirigu a Palermo. Stavamo riflettendo sulla mancanza di lucidità del nuovo acquisto quando ne venivamo smentiti: il gol del vantaggio era tutto suo nel senso che Matri calciava con forza e rapidità un pallone che passava sotto la pancia di Agazzu, un portiere senza garanzia. E anche nel raddoppio l'ex cagliaritano dimostrava senso della porta e coordinazione: al volo teneva la palla bassa e angolata sul cross di Chiellini. Per un secondo abbiamo rivisto Trezeguet.

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