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martedì 25 gennaio 2011

Il caso dell’ospedale San Leonardo


Si sente spesso parlare, nel nostro paese, di un triste fenomeno che prende il nome di malasanità. E, ancora più frequentemente, si è ormai soliti considerare tale piaga come un problema esclusivo del Sud Italia, quasi come se si fosse creata l’idea comune che gli ospedali e le cliniche pubbliche delMezzogiorno siano “degne” di quelle dei paesi del terzo mondo.
Bisognerebbe indagare ed analizzare però quei casi in cui la malsanità è dovuta non al comportamento dello staff medico, ma a delle assurde decisioni degli enti statali e regionali: è questo il caso delreparto oculistico dell’ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia (Napoli). Da non molti anni, infatti, tale reparto è dotato di particolari macchine, in grado di combattere una malattia degenerativa della cornea, il cheratocono, in grado di abbassare la qualità della vista in un tempo piuttosto rapido e, in stadi particolarmente avanzati, di comprometterla al punto da rendere necessario iltrapianto della cornea stessa.
Il San Leonardo è una delle pochissime strutture pubbliche del Sud Italia dove curare, in day hospital, e con il pagamento del solo ticket, il cheratocono, tramite una tecnica chiamata cross linking che, grazie all’utilizzo combinato del laser e della vitamina B2, è tutt’ora l’unica soluzione alternativa al trapianto di cornea per il trattamento del Cheratocono (in cliniche private, il costo di tale operazione si aggira intorno ai 1000€, una spesa non proprio accessibile per tutte le tasche).
Ma, perchè parlare allora di malsanità? Semplice: da diverso tempo, ormai, le fiale contenenti vitamina B2 non vengono distribuite al San Leonardo dal servizio sanitario, e si è venuta così a creare, nel corso dei mesi, un grave disagio, che ha visto le liste d’attesa per l’intervento aumentare significativamente, con il peggiorare della vista per i malati di cheratocono che – vale la pena ripetere – è spesso in grado di compromettere la vista nell’arco di un solo anno. Ci si ritrova quindi con uno staff medico, altamente qualificato e competente, bloccato dalla mancata distribuzione delle fiale.
Eppure basterebbe poco per far tornare la situazione alla normalità e veder ripartire uno dei veri vanti del Sud Italia in campo di oculistica.

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