La Fim preoccupata che la macchina organizzativa non faccia in tempo
Nell’inquieto conto alla rovescia per il referendum alle Carrozzerie di Mirafiori ieri c’è stato anche il giallo sulla data. A fine giornata è praticamente certo che si voterà domani e dopodomani come deciso dalle segreterie nazionali dei sindacati firmatari dell’accordo. L’indicazione ufficiale è attesa questa mattina. Ma rimane sullo sfondo la possibilità che tutto si sposti al 18 e 19, non a lunedì prossimo perché in quel giorno la fabbrica è di nuovo ferma per cassa. Per tutto il pomeriggio sono rimbalzate dalla commissione elettorale, riunita già di buon mattino, voci contraddittorie.
I 12 componenti - due per ciascuno dei sei sindacati - hanno anche votato e il fronte del Sì si è diviso: Fismic e Uilm per confermare il 13 e 14, Fim astenuta insieme alla Ugl - che poi in serata ha cambiato idea e ha riconfermato la data prevista -, Cobas contrari. Quindi 4 a 2. La Fiom si è astenuta perché non ritiene legittimo il referendum. Una situazione piuttosto confusa, anzi decisamente imballata, anche perché Uilm e Fismic davano per certo il 13 e 14 mentre gli altri rimandavano alla nuova riunione della commissione, stamattina alle 8,30, la decisione definitiva. Qual è stata la ragione del contendere? Che i componenti Fim, in particolare, non ritenevano che la complessa organizzazione del referendum - deve portare alle urne 5450 lavoratori - possa essere pronta per domani sera. Mancherebbero ancora elenchi, urne, scrutatori, seggi, spazi.
E allora ad Alberto Cipriani, responsabile Fim di Mirafiori, non appariva scandaloso ipotizzare un breve slittamento per gestire la vicenda al meglio. Ma nelle file degli altri sindacati firmatari si era sparso un dubbio: i giorni in più potevano avvantaggiare la Fiom con la sua capillare azione contro l’accordo. Durissimo il segretario Fismic, Roberto Di Maulo: «Ma che cosa vuole la commissione elettorale? Non ha alcun diritto di decidere la data del referendum, può solo decidere quella delle elezioni delle Rsu. La data l’abbiamo decisa a Roma il 28 dicembre noi delle segreterie nazionali firmatarie».
E anche sul testo della domanda da stampare sulla scheda - e che dovrebbe essere deciso stamattina - taglia corto: «Ci sarà scritto: “Volete approvare l’accordo del 23 dicembre 2010?”. Sì o No. Non è che ci vuole Dante per scriverlo». Senza dubbi anche Peverati della Uilm: «Quella è la data, se qualcuno ha dei mal di pancia non so che cosa farci». E a sera sulle titubanze organizzative Fim è arrivata la pietra tombale del segretario Bonanni: «Si vota domani e dopodomani». Ironico il commento di Airaudo della Fiom: «Mi pare che i promotori del referendum abbiamo qualche problema e qualche difficoltà con le prassi democratiche».
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