Continua la “protesta ad alta quota” (VEDI LE FOTO) degli operai in cassa integrazione della Vinyls di Porto Marghera (Venezia), i fratelli continentali degli operai Vinyls sardi che da 295 giorni occupano il carcere dell’isola Asinara.
“Le tredicesime e gli stipendi di dicembre sono quasi assicurati, e lo saranno anche i prossimi, fino a marzo” dice il ministro Romanial telefono direttamente a Nicoletta, l’unica lavoratrice donna che sta sopra alla torre di Vinyls; era scesa l’altra sera bloccata dal mal di schiena, ma ieri mattina alle sette e mezza è tornata su. I lavoratori hanno ringraziato il ministro per l’interessamento, ma hanno risposto che dalla torre e dall’arco (ponte Bossi) non scendono, sono disposti a stare lassù fino a Natale: “Per noi il Natale non esiste se non esiste un futuro di lavoro”.
I lavoratori, dunque, minacciano di non scendere fino a che il ministero non si farà carico di convocare un tavolo nazionale sulla chimica, e non solo coi sindacati, ma anche con l’ENI. Molto raramente in questa vertenza, infatti, ENI si è seduta allo stesso tavolo dei sindacati, ed è ora che il colosso petrolifero perda il suo status di intoccabile e incontestabile. Di ENI non ci fidiamo, dicono gli operai al telefono, e come potrebbe essere altrimenti?
Quali sono le garanzie che l’ENI non tiri sul prezzo degli asset anche questa volta come fece con la Ramco, che lasciò le trattative di punto in bianco a maggio?
Vertenza Vinyls, si dice, ma vertenza significa: ministero, sindacati, ENI e compratori svizzeri GITA. Non può mancare neanche uno di questi componenti affinché si chiuda la vicenda, e in bene per i lavoratori. E serve anche, nell’eventuale tavolo, che il sindacato nazionale faccia il suo lavoro diversamente dall’ottobre 2009, quando abbassò la testa di fronte a ENI firmando per la chiusura di fenolo e cumene, dando via così – contravvenendo a ogni impegno preso coi lavoratori iscritti – all’inizio della morte della chimica.
Romani afferma che entro Natale sarà a Porto Marghera ad incontrare i lavoratori, come aveva fatto con i colleghi sardi, e in quell’occasione annuncerà la data del Tavolo nazionale sulla chimica. E domani venerdi 17 (!) incontrerà i rappresentanti sindacali. Quanto alle trattative per la vendita di Vinyls e dell’intero ciclo del cloro, ai lavoratori il ministro ha detto che crede in questa partita tanto quanto gli operai, e ha ribadito di ritenere Gita un soggetto affidabile; ha ammesso che c’è qualche problema sul clorosoda di Assemini, che Eni dovrebbe cedere assieme agli altri asset necessari al completamento del ciclo del cloro, ma ha concluso affermando di essere convinto che una soluzione su questo aspetto si troverà.
Insomma, la buona volontà di Romani sembra esserci, ma neanche lui si sente di garantire sulla disponibilità dell’ENI. E purtroppo, dopo un anno di protesta, tante passerelle politiche, pacchi di promesse…il punto è sempre lo stesso: il ministero deve convincere ENI.
Il ministero deve convincere ENI, lo ripetiamo visto che ancora non si è capito, l’ENI che per il 33% è del Ministero del Tesoro. Ce la farà Romani a tenere a bada Paolo Scaroni? Questo vorremo chiedere al ministro.
Nel frattempo gli operai Vinyls di Marghera dormono a 160 mt di altezza, con meno 6 gradi. Grado più, grado meno, metro più metro meno, mese più o mese meno di occupazione.
saluti – infreddoliti, come dice Danilo sulla torcia di Marghera – a tutti gli operai Vinyls
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