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mercoledì 8 dicembre 2010

Castellammare choc: «Assessore, farai la stessa fine di Tommasino»

CASTELLAMMARE (8 dicembre) - Minacce di morte e cariche della polizia. La lunga giornata che ha preceduto la notte dell’Immacolata è stata caratterizzata dal «boicottaggio» del Palio dei Falò da parte dei quartieri stabiesi, dalle intimidazioni e dai tafferugli, dagli arresti e dalle denunce che si sono susseguiti fino a tarda sera.

L’esponente della giunta che si era impegnato a trasformare la festa dell’Immacolata in un attrazione turistica, Antonio Coppola, assessore al Turismo dell’amministrazione Bobbio, ieri mattina è stato avvicinato da alcuni uomini che lo hanno intimidito, apostrofandolo con pesanti minacce: «Ti facciamo fare la fine di Tommasino», gli avrebbero detto, con evidente riferimento all’ex consigliere comunale ucciso due anni fa.

Due persone invece sono state arrestate, sei denunciate e alcuni operai intenti a chiudere l’accesso di un deposito abusivo di legna sono stati colpiti con secchiate d’acqua gelata da residenti affacciati ai balconi. Nella tarda serata di ieri gli agenti di polizia sono intervenuti a disperdere con la forza la folla che si era formata a Moscarella intorno a una grande catasta di legno. Carabinieri e vigili del fuoco hanno presidiato le strade sino a notte fonda, spegnendo sul nascere fuocaracchi a via Napoli e via Cosenza.

Così a Castellammare la tradizione religiosa diventa l’ennesima occasione per combattere la criminalità. E viceversa l’occasione per i clan di alzare il livello della sfida alle istituzioni. La tradizione dei fuocaracchi nelle intenzioni dell’amministrazione comunale diventa il «Palio dei Falò», da svolgere sulla spiaggia ritrovata per l’occasione. Ma i «comitati» dei singoli quartieri che in un primo momento avevano aderito all’iniziativa si sono tirati indietro, forse per paura, forse per principio.

E così ieri sera lo spazio destinato ai rioni è rimasto vuoto. In mattinata, mentre l’assessore Coppola dava le ultime direttive per la sistemazione dei bracieri sull’arenile un gruppo di giovani gli si è avvicinato: «Bobbio deve andare via. Farai la fine di Tommasino» gli hanno urlato mentre scappavano. Parole che però non hanno fermato l’assessore che dopo aver denunciato il fatto al locale commissariato di polizia ha continuato a lavorare per la riuscita della festa dell’Immacolata.

Nell’ambito dei controlli i carabinieri di Castellammare, agli ordini del capitano Gennaro Cassese e del tenente Fabio Ibba, hanno poi arrestato due persone tra cui un minore per tentato furto e ricettazione. Si tratta di Rosario Lambiase, di 18 anni, e un altro giovane di 17 anni, entrambi stabiesi e alla guida di due automezzi risultati rubati: un Fiat Ducato e una Fiat Uno. I due sono stati colti in flagrante dai militari la scorsa notte mentre cercavano di trafugare dall’azienda «Davia» di Gragnano, 300 pedane di legno per la costruzione dei fuocaracchi.

Altre sei persone, tra cui un minorenne, sono state denunciate a piede libero per aver raso al suolo Quisisana una zona boschiva per un totale di 40 alberi tagliati. Dunque forze dell’ordine in allerta e controlli a tappeto soprattutto nelle zone sensibili come Scanzano o Moscarella. Le pire di legna sono ricomparse nelle strade dei rioni proprio come si è verificato negli anni passati e a dispetto della strategia studiata dall’amministrazione comunale. Il voto religioso si è trasformato ancora una volta in una gara tra bande di giovani ragazzini, il falò che resiste più a lungo simboleggia il potere del quartiere dove viene innalzato.

«Bobbio ci scippa la festa ma il centro antico resta abbandonato», è la scritta comparsa su manifesti attaccati in serata sui muri dei vicoli. Intanto la legna raccolta in maniera illegale viene continuamente sequestrata dalle forze dell’ordine e quest’anno sfiora le 100 tonnellate.

Depredati boschi e costoni montuosi con importanti conseguenze sul dissesto idrogeologico del territorio. Sempre ieri mattina la scoperta di un deposito di legna all’interno di uno dei vecchi palazzi stabiesi, si tratta di Palazzo Pace, adiacente all’omonima chiesa dove ieri mattina un gruppo di operai del Comune è stato preso di mira dai residenti dello stabile.

Un buco nelle mura dava accesso a un deposito di legna e mentre si cercava di chiuderlo alcune donne dai balconi hanno lanciato secchi di acqua gelata sui muratori che lavoravano per chiudere l’ampia fessura. 
Maria Elefante
Francesco Ferrigno

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