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venerdì 1 luglio 2011

Il commissario dell’Agcom è socio del boss?


Antonio Martusciello era in rapporti con i fratelli Iorio, accusati di camorra. Nell’inchiesta anche il capo della squadra Mobile di Napoli e l’ex capitano della Nazionale Cannavaro


Tra i soci di Marco Iorio, per la gestione dei ristoranti, figurano anche alcuni politici, tra cui Francesco Maione, ex deputato di Forza Italia, e Antonio Martusciello, uno dei sei commissari dell’Agcom ed ex viceministro dei Beni culturali. Lo scrive il gip nell’ordinanza. 
MARTUSCIELLO E CANNAVARO - ‘I fratelli Iorio – si legge nel documento – hanno fatto ricorso a soci di capitale che, attraverso l’acquisizione di quote societarie, hanno versato liquidita’ nelle casse del gruppo. Tra essi figurano i noti politici Francesco Maione ed Antonio Martusciello nonche’ il celebre calciatore Fabio Cannavaro i quali hanno complessivamente acquisito all’epoca il 20 per cento di quote della proprieta’ del Regina Margherita di Napoli’. Lo stesso Cannavaro, interrogato dai pm, ha confermato questa circostanza: ha detto infatti di non conoscere gli altri soci della societa’ di Marco Iorio ‘se non Martusciello, che pero’ mi pare sia subentrato successivamente’.



CHI E’ IORIO – Marco Iorio, l’ imprenditore ritenuto dagli investigatori amico e socio in affari del calciatore Fabio Cannavaro, è accusato di essere a capo di un’associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio, al trasferimento fraudolento di valori, alle false comunicazioni sociali e alla corruzione di pubblici ufficiali. Avrebbe impiegato nelle sue attività denaro del boss del quartiere Santa Lucia Mario Potenza e dei suoi figli, nonche’ due milioni di euro versati dall’ ex capoclan Salvatore Lo Russo, oggi collaboratore di giustizia.
I soldi, secondo gli investigatori, provenivano soprattutto dall’ usura. Nel decreto di sequestro, emesso dal gip Maria Vittoria Foschini, sono contenute anche alcune intercettazioni telefoniche che provano l’ attività usuraria dei Potenza. Parlando con un imprenditore che non riusciva a saldare un debito, Salvatore Potenza lo minacciava così: ‘Ti devo levare tutti i denti da bocca… Allora, io non voglio sentire niente. Digli a quel bastardo di tuo figlio che, dove lo vedo lo vedo, lo mando all’ospedale. Dove vedo a tuo figlio, lo devo fare a pezzi’. Iorio è sfuggito alla cattura perché si trova all’estero: secondo l’agenzia di stampa Radiocor l’imprenditore, sospettato di aver avuto rapporti con il clan dei Lo Russo, si troverebbe a Miami assieme con il calciatore Fabio Cannavaro. I due in Florida gestiscono un ristorante.
DI CHE PARLIAMO? – E’ una inchiesta dai grandi numeri quella condotta dalla Dia e dai pm Sergio Amato e Enrica Parascandolo sfociata oggi nel sequestro dei locali e di beni per 100 milioni di euro e nell’esecuzione di 15 ordinanze di custodia. Ma soprattutto una indagine dai risvolti clamorosi sotto il profilo istituzionale perche’ coinvolge uno degli investigatori piu’ noti e stimati della polizia, protagonista di eclatanti operazioni, soprattutto contro i clan della camorra. Per Vittorio Pisani, capo della squadra mobile, il giudice per le indagini preliminari Maria Vittoria Foschini ha disposto infatti il divieto di dimora a Napoli con l’accusa di favoreggiamento e rivelazione di segreto di ufficio. Avrebbe svelato a uno dei principali indagati, Marco Iorio, al quale è legato da rapporti di amicizia, l’esistenza dell’indagine avviata dalla procura di Napoli sul riciclaggio e il reinvestimento dei capitali illeciti.
FUGA PER OCCULTAMENTO – Una fuga di notizie che avrebbe consentito a Iorio, descritto come un imprenditore borderline, e a Bruno Potenza (nella casa del padre di quest’ultimo furono rinvenuti 8 milioni di euro in contanti) di occultare all’estero parte del tesoro e di programmare la vendita a prestanome delle societa’ di ristorazione. Per i magistrati, Pisani era perfettamente consapevole del fatto che i locali servivano al reimpiego delle ingenti somme di denaro derivante dalla commissione di reati. Sullo sfondo il rapporto tra il dirigente della Mobile e il boss di Secondigliano Salvatore Lo Russo, suo confidente, al cui clan era riferibile parte del riciclaggio. Nell’illustrare i particolari dell’operazione il procuratore Giovandomenico Lepore non ha nascosto la sua amarezza. Ha parlato di ‘vicenda dolorosa’. ‘Mi dispiace, Vittorio Pisani – ha detto il procuratore – era anche un amico, lo conosco dai tempi in cui stavo in Tribunale e alla Procura generale. E’ un personaggio noto e che si fa voler bene, ha arrestato latitanti del calibro di Iovine e Russo’. La misura cautelare – ha spiegato il capo della procura – non impedira’ comunque a Pisani di svolgere il lavoro di poliziotto in una citta’ diversa da Napoli.
IL POLIZIOTTO E IL BOSS – Il capo della Squadra Mobile, Vittorio Pisani informò l’imprenditore Marco Iorio dei due esposti anonimi giunti in Questura, secondo i quali il funzionario aveva acquistato una casa nel quartiere Vomero con denaro in parte fornito dall’imprenditore, aveva dato all’amico suggerimenti per trasferire i soldi in Svizzera e addirittura aveva mandato alcuni suoi uomini a scortarlo durante il trasferimento. Lo ribadisce il gip nella misura cautelare commentando un’intercettazione tra Bruno Potenza e la commercialista Maddalena Plancqueel, a sua volta arrestata, nella quale la donna chiede: ‘Quindi Pisani e’ gia’ stato chiamato, Bruno?’. Potenza conferma e la commercialista chiede: ‘Per i rapporti che aveva?’. Lui chiarisce: ‘Nooo. Come ti sei comprato questo? Come ti sei comprato questo? Cioe’ lui dice: questo ha detto che tu hai avuto 500.000 euro di prestito da Marco (Iorio, ndr) per comprarti questa casa. E lui ha detto: no! Io mi sono comprato questo facendo il mutuo e tutte queste belle cose qua. E mi ha menzionato pure a me: non lo conosco, insomma lo conosco e non lo conosco. Insomma queste cose qua, me l’ha detto stamattina Marco in palestra… che comunque e’ malament’ e che se ti incontri e’ mal’acqua! Mo incominciano le indagini su di noi. Quindi mettiamo piano piano, il tempo lo teniamo comunque’.

ANCORA PIU’ ELOQUENTE – Il gip definisce ‘ancora piu’ eloquente’ la conversazione captata due giorni dopo nell’auto di Iorio tra l’imprenditore e la moglie: ‘Gli indagati, solitamente prudenti nel parlare al telefono, dimenticano invece ogni accorgimento in auto lasciandosi andare a commenti sollevati sul fatto che per fortuna erano stati avvisati in tempo e che percio’ potevano tutelarsi evitando di parlare al telefono e ‘mettendo le carte a posto”. Iorio: ‘Ma poi se abbiamo saputo questo fatto gia’ siamo fortunati che l’abbiamo saputo prima, no?’. Moglie: Bravo, comunque ti tuteli. Bravo, proprio per tutelarci… Se non lo sapevamo, bello e buono pigliano e vengono… Stavamo ancora sopra all’ufficio, parlavamo dentro ai telefoni… facciamo questo, facciamo quest’altro. Allora l’abbiamo saputo? Mettiamo le carte a posto…’.Iorio: ‘Vittorio (Pisani, specifica il gip) ha detto: metti le carte a posto! Siamo andati a vedere le carte e comunque ci stanno dei buchi’. Quindi un passaggio sugli esposti anonimi. ‘Perche’ quelli hanno fatto un esposto che Vittorio… che io gli ho prestato i soldi a Vittorio per comprarsi una casa…una denuncia anonima’.


IL MINISTRO E IL CAPO DELLA POLIZIA - Stima e fiducia in Pisani sono state espresse dal ministro dell’Interno, Roberto Maroni nel corso di una telefonata con il capo della polizia, Antonio Manganelli. Lo stesso Manganelli ha avuto parole di apprezzamento per il funzionario. ‘Confermo stima e fiducia nel dottor Vittorio Pisani, che destinerò ad altro incarico per corrispondere alle determinazioni dell’autorità giudiziaria, nella quale ripongo altrettanta fiducia ed i cui provvedimenti rispettiamo incondizionatamente’, ha affermato. ‘In questo momento – ha proseguito Manganelli – desidero mandare un abbraccio affettuoso alle donne e agli uomini della Squadra Mobile di Napoli che, a prezzo di enormi sacrifici personali e delle loro famiglie e pur in presenza di risorse umane e strutturali non sempre adeguate alle necessità, hanno ottenuto negli ultimi anni, proprio sotto la guida del dottor Pisani, risultati straordinari’. Il questore di Napoli Luigi Merolla ha gia’ designato il nuovo capo della Mobile partenopea: Andrea Curtale, dirigente del commissariato di Castellammare di Stabia. ‘Siamo addolorati e amareggiati ma nutriamo massima fiducia in Pisani e siamo sicuri che si riuscirà a chiarire le accuse che speriamo siano frutto di un equivoco’, ha detto il questore.

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