Accordo con Tremonti, il presidente di Carige, Berneschi, pronto. "Per il rilancio dobbiamo garantire agli armatori le stesse condizioni di Germania e Francia"
Abbiamo portato a casa un´altra opera infrastrutturale fondamentale per la nostra regione». Il presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando, commenta così l´approvazione dal parte del Cipe del progetto da 30 milioni di euro del nuovo viadotto tra il casello autostradale di Voltri e il porto. Secondo il governatore, che ieri ha preso parte alla seduta del Cipe, si tratta di «un altro tassello importante per la soluzione di problemi viari che il nostro sistema economico ha già subito abbastanza. Ora potrà essere bandita la gara d´appalto e subito dopo potranno partire i lavori, immagino al massimo all´inizio dell´anno prossimo. E´ la strada per far uscire definitivamente la Liguria dal suo isolamento». Il presidente dell´authority Luigi Merlo ha confermato che avvierà al più presto le procedure per bandire la gara d´appalto per l´assegnazione dei lavori.
E sempre in tema di grandi opere, la Regione ufficializza che una parte dei detriti del terzo valico verranno utilizzati per il ribaltamento a mare dello stabilimento Fincantieri di Sestri Ponente. Lo ha deciso la giunta della Regione Liguria che ha approvato la delibera con l´indicazione dei siti in cui riutilizzare il materiale di scavo dell´opera, lunga 57 chilometri, trenta dei quali in galleria. «Con questo atto - afferma l´assessore Raffaella Paita - la Regione Liguria conclude tutte la azioni di propria competenza per il terzo valico». Secondo le stime, le opere realizzate in Liguria produrranno quasi 6 milioni di metri cubi di detriti. Di questi, 500 mila andranno nel riempimento per il ribaltamento a mare dello stabilimento di Sestri, altri 820 mila al porto di Voltri, 450 mila saranno utilizzati per la realizzazione del molo ai ponti Libia e Canepa, 800mila a Scarpino, i restanti 2 milioni e 300 mila nelle cave di Castellaro-Cravasco e Buzzi Unicem-Vecchie Fornaci.
Ma se Costa, il più grande armatore europeo delle crociere, sta a Genova e il suo diretto antagonista, Msc, che ospita all´ombra della Lanterna le sue ammiraglie, si prepara a portare qui anche la direzione generale, perché non fare proprio di Genova il laboratorio finanziario della cantieristica italiana? Quando Claudio Burlando, presidente della Regione, pone la domanda in questi termini è chiaro che già conosce la risposta o, meglio, ha già cominciato a costruire le condizioni per concretizzarla. Al ritorno da Roma, dove insieme al presidente dell´authority Luigi Merlo ha incontrato l´amministratore delegato di Fincantieri Giuseppe Bono, Burlando riflette sugli scenari della cantieristica italiana e ligure. «Per prima cosa abbiamo comunicato a Fincantieri e governo di aver deliberato il nostro assenso all´accordo di programma per il ribaltamento a mare di Sestri. Un passaggio formale che serve però a dire che le nostre competenze sono finite. Ora tocca ad altri fare la loro parte». Il riferimento all´azienda è ovvio, ma l´impressione è che entro fine mese si possa davvero concludere l´iter dell´accordo di programma, portando al tavolo della trattativa anche i sindacati.
Burlando però approfitta del vertice romano per gettare le basi di un piano che potrebbe fare della cantieristica ligure un modello da esportare nelle altre regioni sedi di stabilimenti della Fincantieri. «La crisi è un fatto oggettivo, non è colpa di Bono - spiega - Si tratta però di trovare una formula che consenta di difendere i cantieri. Si può lavorare su più fronti, cominciando dal rivendicare gli impegni presi a suo tempo dal governo per il finanziamento delle Fremm inserendoli nella Finanziaria, anno dopo anno». Ma la vera novità esce da un passaggio che, sempre ieri, Burlando fa con il ministro del Tesoro Giulio Tremonti e che viene esteso anche al presidente della commissione Lavori Pubblici del Senato Luigi Grillo. «Tremonti ha sostenuto che i problemi dei cantieri italiani non solo legati alla loro capacità, ma alle migliori condizioni che i concorrenti tedeschi e francesi applicano per quanto riguarda l´accesso al credito (così come spiegato dal presidente di Costa Foschi martedì a Repubblica n. d. r.) - dice Burlando - Merito del sostegno che la Sace locale e le banche di quei paesi offrono al committente».
Eccolo, secondo il presidente della Regione, il cuore dell´operazione. «La Liguria ha tre degli otto cantieri che Fincantieri ha in Italia - spiega - È giusto che l´operazione possa essere tentata qui, mettendo attorno a un tavolo governo ed enti, Sace, Fincantieri, Cassa Depositi e Prestiti e banche. La domanda è una sola: ce la facciamo a fare un´intesa che possa offrire agli armatori le stesse condizioni della Francia e della Germania? In fondo abbiamo a Genova due soggetti come Costa e Msc, che vogliamo fare?» Burlando non si ferma però all´annuncio del progetto, con annesso quesito. Comincia anche a chiamare direttamente in gioco i vari attori. «Tremonti è d´accordo, ma ne ho già parlato anche con Berneschi, che mi ha dato subito la sua disponibilità e mi ha detto che è pronto a metterci la faccia. E lo stesso mi ha detto Beppe Pericu, che è nel cda della Cassa Depositi e Prestiti. Proviamoci. A quel punto, se l´operazione si realizza saremo ancora più forti nel chiedere a Fincantieri di mantenere tutti i suoi impegni in Liguria».
E sempre in tema di grandi opere, la Regione ufficializza che una parte dei detriti del terzo valico verranno utilizzati per il ribaltamento a mare dello stabilimento Fincantieri di Sestri Ponente. Lo ha deciso la giunta della Regione Liguria che ha approvato la delibera con l´indicazione dei siti in cui riutilizzare il materiale di scavo dell´opera, lunga 57 chilometri, trenta dei quali in galleria. «Con questo atto - afferma l´assessore Raffaella Paita - la Regione Liguria conclude tutte la azioni di propria competenza per il terzo valico». Secondo le stime, le opere realizzate in Liguria produrranno quasi 6 milioni di metri cubi di detriti. Di questi, 500 mila andranno nel riempimento per il ribaltamento a mare dello stabilimento di Sestri, altri 820 mila al porto di Voltri, 450 mila saranno utilizzati per la realizzazione del molo ai ponti Libia e Canepa, 800mila a Scarpino, i restanti 2 milioni e 300 mila nelle cave di Castellaro-Cravasco e Buzzi Unicem-Vecchie Fornaci.
Ma se Costa, il più grande armatore europeo delle crociere, sta a Genova e il suo diretto antagonista, Msc, che ospita all´ombra della Lanterna le sue ammiraglie, si prepara a portare qui anche la direzione generale, perché non fare proprio di Genova il laboratorio finanziario della cantieristica italiana? Quando Claudio Burlando, presidente della Regione, pone la domanda in questi termini è chiaro che già conosce la risposta o, meglio, ha già cominciato a costruire le condizioni per concretizzarla. Al ritorno da Roma, dove insieme al presidente dell´authority Luigi Merlo ha incontrato l´amministratore delegato di Fincantieri Giuseppe Bono, Burlando riflette sugli scenari della cantieristica italiana e ligure. «Per prima cosa abbiamo comunicato a Fincantieri e governo di aver deliberato il nostro assenso all´accordo di programma per il ribaltamento a mare di Sestri. Un passaggio formale che serve però a dire che le nostre competenze sono finite. Ora tocca ad altri fare la loro parte». Il riferimento all´azienda è ovvio, ma l´impressione è che entro fine mese si possa davvero concludere l´iter dell´accordo di programma, portando al tavolo della trattativa anche i sindacati.
Burlando però approfitta del vertice romano per gettare le basi di un piano che potrebbe fare della cantieristica ligure un modello da esportare nelle altre regioni sedi di stabilimenti della Fincantieri. «La crisi è un fatto oggettivo, non è colpa di Bono - spiega - Si tratta però di trovare una formula che consenta di difendere i cantieri. Si può lavorare su più fronti, cominciando dal rivendicare gli impegni presi a suo tempo dal governo per il finanziamento delle Fremm inserendoli nella Finanziaria, anno dopo anno». Ma la vera novità esce da un passaggio che, sempre ieri, Burlando fa con il ministro del Tesoro Giulio Tremonti e che viene esteso anche al presidente della commissione Lavori Pubblici del Senato Luigi Grillo. «Tremonti ha sostenuto che i problemi dei cantieri italiani non solo legati alla loro capacità, ma alle migliori condizioni che i concorrenti tedeschi e francesi applicano per quanto riguarda l´accesso al credito (così come spiegato dal presidente di Costa Foschi martedì a Repubblica n. d. r.) - dice Burlando - Merito del sostegno che la Sace locale e le banche di quei paesi offrono al committente».
Eccolo, secondo il presidente della Regione, il cuore dell´operazione. «La Liguria ha tre degli otto cantieri che Fincantieri ha in Italia - spiega - È giusto che l´operazione possa essere tentata qui, mettendo attorno a un tavolo governo ed enti, Sace, Fincantieri, Cassa Depositi e Prestiti e banche. La domanda è una sola: ce la facciamo a fare un´intesa che possa offrire agli armatori le stesse condizioni della Francia e della Germania? In fondo abbiamo a Genova due soggetti come Costa e Msc, che vogliamo fare?» Burlando non si ferma però all´annuncio del progetto, con annesso quesito. Comincia anche a chiamare direttamente in gioco i vari attori. «Tremonti è d´accordo, ma ne ho già parlato anche con Berneschi, che mi ha dato subito la sua disponibilità e mi ha detto che è pronto a metterci la faccia. E lo stesso mi ha detto Beppe Pericu, che è nel cda della Cassa Depositi e Prestiti. Proviamoci. A quel punto, se l´operazione si realizza saremo ancora più forti nel chiedere a Fincantieri di mantenere tutti i suoi impegni in Liguria».
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