L'amarezza di Pisanu: «Risultati inferiori alle attese,le relazioni tra cosche, affari e politica si sono inabissate»
Beppe Pisanu |
ITALIA DIVISA IN DUE - La mappa delle violazioni dei partiti (non avrebbero dovuto candidare condannati alle amministrative) fanno emergere un’Italia politica pantografata e divisa a metà: virtuosa al Nord, collusa con mafia e poteri criminali al Sud. Ventinove i candidati che hanno fatto la campagna elettorale con un condanna per estorsione in tasca; tre per usura; quattro per associazione di stampo mafioso; molti sorvegliati speciali e un condannato per riciclaggio. Per quanto riguarda le regioni (a Bari c’è una candidata condannata per concorso in usura), svettano Puglia (10), Campania (9), Calabria (8) e Sicilia (8), il Lazio (5), la Basilicata (3), l’Abruzzo (2). Quasi tutti i partiti sono coinvolti: Pdl (2), Pd (2), Mpa (2), Api (1), La Destra (1), Rifondazione-Sinistra europea (1), socialisti uniti-Psi (1), Udc (2). La Lega non c’è ma è pure vero che molte prefetture del nord si sono trincerate dietro la difesa della privacy.
Giuseppe Lumia |
LA PROPOSTA DEL PD - E dal Pd arriva anche una proposta operativa: «Servirebbe una legge che introduca la revoca del finanziamento pubblico per quei partiti che si ostinano a candidare politici collusi». Le mancate risposte delle prefetture hanno lasciato l’amaro in bocca anche a Mario Tassone, vicesegretario dell’Udc: «I risultati delle violazioni accertate dall'Antimafia al codice di autoregolamentazione per le ultime amministrative rappresentano un positivo punto di partenza per il contrasto agli impresentabilì nelle liste, ma delineano un quadro che rischia di essere poco veritiero rispetto alla reale e ben più preoccupante portata del fenomeno sul territorio nazionale». Aggiunge il parlamentare centrista: «Da alcune realtà istituzionali ci saremmo aspettati una collaborazione più attiva, stringente e in linea con lo spirito che ha animato il lavoro della Commissione, a fronte di un obiettivo che dovrebbe essere condiviso da tutti»
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