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domenica 16 gennaio 2011

Azzurri bloccati dalla Fiorentina al San Paolo. Mazzarri: «Passo falso? Siete abituati troppo bene»

Qualcosa di importante...», sognava il condottiero azzurro Mazzarri. Il ruggito del San Paolo, una notte a meno uno dalla vetta rossonera e, magari, un colpo dello scorpione del suo ragazzo d'oro Edinson Cavani. Risultato? Il sogno si è trasformato in una sfida senza senso perché, a giochi fatti, la sensazione che resta è quella di un Napoli fin troppo spuntato là davanti e in stato di confusione permanente in mezzo al campo.

Il campionato va avanti senza l'emozione di un duello Napoli-Milan tanto ravvicinato come accadeva nella seconda metà degli anni ottanta. Lavezzi e soci frenano dopo la notte di magia di sette giorni fa contro la Juve e ancora una volta la stagione sembra giocare al fianco dei rossoneri: chi prova ad avvicinarsi, per ora si brucia. È capitato alla Roma (ko una settimana fa a Marassi nella sfida annunciata da Ranieri come quella della svolta) e stessa sorte è toccata anche alla Lazio, naufragata sotto i colpi del Lecce all'Olimpico senza contare i capitomboli in serie della Juve. Alla truppa di Mazzarri nessuno chiede di regalarsi un'avventura dal lieto fine a maggio, ma, il niente di fatto di ieri (0-0) davanti ad una Fiorentina in ripresa, ma carica di guai, ha l'amaro sapore di un'occasione persa per vivere altri sette giorni sotto i riflettori d'Italia.

Nel Napoli non c'è Hamsik (squalificato) e, alla fine, l'assenza del centrocampista slovacco si farà sentire perché, sebbene non brillante nelle ultime uscite, senza il suo uomo d'ordine nella fase d'attacco Mazzarri perde la bussola. Cavani è affiancato a tratti da Lavezzi, a tratti da Sosa, quest'ultimo oggetto misterioso nel mercato partenopeo. La Fiorentina vara un inedito modulo con tre centrocampisti (Montolivo-D'Agostino-Donadel) e altrettanti attaccanti (Santana-Gilardino-Ljajic) e dà subito l'impressione di volersi impossessare del copione del pomeriggio. Le emozioni non arrivano nonostante il pubblico del San Paolo. Ci prova Cavani, ma la mira è sballata (per il bomber sudamericano, ieri, 90' anonimi dopo le ultime magie); c'è un contatto in area (dubbio) ai danni di Gilardino, ma l'arbitro non fischia. Mazzarri è più nervoso del solito, la giacca dura poco meno di mezz'ora. «Il calcio è fatto di episodi. Con la Juve - dice Mazzarri - Cavani è andato a segno al primo assalto, ieri il suo tiro è finito alto e la storia della partita non è cambiata. Abituiamoci a queste sofferenze perché ormai chi viene qua si chiude e prova a non farci giocare: questo vuol dire che ci siamo guadagnati la stima e il rispetto degli avversari. Nel secondo tempo siamo stati bravi a chiudere la Fiorentina nella sua metà, il pubblico ha capito e, al fischio finale, ci ha battuto le mani».

Questione di lucidità, dunque. Mazzarri assolve il gruppo perché, spiega, «non si può dare sempre il 120 per cento come contro la Juve. L'unico nostro errore è stato non fare gol: nei giudizi ci vuole un po' di equilibrio, non capisco chi parla di partita sbagliata da parte nostra. Forse siete abituati un po' troppo bene...». Il Napoli ha fallito il salto in avanti e ha perso Grava: per il difensore si sospetta una lesione del legamento crociato del ginocchio sinistro. Così già da oggi partirà l'assalto finale a Ogbonna, il centrale del Toro da tempo nel mirino. La Fiorentina ritrova il sorriso anche senza il primo brindisi della stagione lontano da casa: dopo la vittoria, in rimonta, sul Brescia, il punto del San Paolo arrivato senza particolari tremori è la migliore medicina per una squadra ancora in cerca della sua identità.

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