FOTO DI STABIA

mercoledì 29 dicembre 2010

Grazie per tutto quello che sei stato e per essere stato mio.

Ciao Chicco , 
solo ora trovo la forza per trasformare in parole il grande vuoto ed il grandissimo dolore che hai lasciato dentro di me e che leggo negli occhi della tua mamma . E di questo ti chiedo scusa , così come ti chiedo scusa per tutto ciò che avrei potuto darti e che invece non sono riuscito a porre in essere. Ho appena aperto la porta della tua stanza, della tua palestra . Ho osservato i tuoi giocattoli, i tuoi attrezzi terapeutici e le tante foto che ti ho scattato fin da quando eri un cucciolo d'uomo . E come nella moviola di un film ripasso i pochi anni trascorsi insieme , dalla gioia della tua nascita allo sconforto per una terribile diagnosi , dalla scelta di lottare per donarti una vita degna d'esser vissuta alla tua incredibile voglia di viverla e di non "mollare mai" , dai tuoi impensabili miglioramenti ai tuoi primi giorni di scuola , dai tanti viaggi intrapresi per cercare , verificare , "rubare" nuove tecniche terapeutiche alla tua inesauribile curiosità e voglia di fare , dalla pochezza di taluni allo smisurato amore che hai risvegliato in tantissimi. Ripenso alle gelosia che suscitavi in me quando , nonostante il profondo amore che ci univa, fingevi di preferire la tua mamma scrutando sottocchio i miei movimenti . Osservo i mobili e rivedo in ogni piccolo graffio il tuo sbatterci divertito con il deambulatore , i miei rimproveri ed il tuo sguardo biricchino accompagnato da quella risata paperinosa che mi disarmava e ci attanagliava . Lo specchio dentro cui amavi osservarti e che usavamo per trasformare un normalissimo gioco in uno strumento di crescita cognitiva . Riascolto nel silenzio la voce della tua Mariella che ti esorta a lavorare ed al tempo stesso ti gratifica con tanti piccoli bacetti . E tu che la guardi a volte compiaciuto a volte indispettito ma comunque con lei fino in fondo. Ma soprattutto osservo il tuo passeggino dove negli ultimi periodi odiavi sedere , perché avevi imparato a conoscere la bellezza del vivere , del trovare delle risposte alla tua inesauribile curiosità , del toccare con le tue manine ciò che al principio sembrava un impossibile traguardo . Ed infine la tua culla , quella dove ti rotolavi prima di addormentarti nella ricerche della posizione che ritenevi più idonea ; quella dove al risveglio ti stendicchiavi come solo tu sapevi fare ed in cui amavi ascoltare le melodie che emettevano i tuoi pupazzi preferiti .Ogni oggetto , da quel tragico giorno , racchiude in se una miriade di ricordi , di sensazioni , di amore e di infinito dolore.... Fuori ad attendermi il silenzio....... Eppure ora devo chiuderla. Lo faccio .... mi volto .... mi guardo intorno e mi rendo conto che tutto ciò che mi circonda mi parla di te , che mai una porta potrà limitare il tuo passaggio . In questi giorni in tanti si ritroveranno accanto ad un albero di Natale per esprimere un desiderio o per donare un momento di serenità e di gioia ai propri cari. Doveva esserlo anche per noi prima di trasformarsi in un triste ricordo. Il ricordo di un angelo che tira via le palline , che con la sua forza rischiava di rivoltarselo addosso. Ma soprattutto il rammarico di non aver potuto porvi i tanti regalini che avresti dovuto scartare e che avrebbero riempito i tuoi occhi di gioia . Ma devo andare avanti ..... devo fingere ...... devo trovare la forza di andare avanti . Devo farlo per Martina . Lei che finalmente aveva trovato il suo fratellino . Quando siamo rientrati a casa mi e' venuta incontro , mi ha stretto a se e mi ha guardato negli occhi capendo che qualcosa non andava. Si e' girata intorno e mi ha chiesto di te , del suo Chicco . Gli ho risposto che eri partito per un lungo viaggio , per curarti in un centro dove noi non potevamo accompagnarti . Mi ha osservato per qualche istante e poi con la sua semplicità mi ha risposto : " Non e' vero , il mio chicco e' diventato un angelo " . Anche lei ti cerca in ogni gioco , in ogni momento della sua giornata . Ti immagina a saltare con gli angioletti da una nuvoletta all'altra e la rasserena la speranza che un giorno possiate ritornare a giocare insieme. Quella "speranza" che ci ha uniti in questo lungo cammino e che in tanti ci esortano a riprendere . Camminare vuol dire percorrere una strada che porta ad una meta . Insieme ne abbiamo percorse tante e tanti kilometri , in giro per i nosocomi e i centri terapeutici del mondo con la certezza di poter appropriarsi di quelle piccole conoscenze utili alla tua crescita. Ma oggi mi ritrovo solo a dover percorrere i piccoli e limitati sentieri del cimitero e ad avere come meta il luogo che ospita le tue spoglie . Nel silenzio di quel luogo ti rivedo l'ultima volta in ospedale , disteso su di un lettino , irriconoscibile. Eppure ero fiero di te . Eri sedato ma il tuo cuore ha sussultato al nostro abbraccio ed alle nostre parole. Ti sono stato accanto impotente tenendoti la mano. In quei momenti ho rivissuto il giorno in cui ti vidi per la prima volta. Eri solo un cucciolo , eppure già sapevo. Sapevo che le nostre strade non si sarebbero mai divise, che non mi sarei mai smarrito guardandoti , che non avrei mai pianto fin tanto che ci fosse stata la possibilità di donarti la " vita " , di ascoltare la tua voce . Ma sapevo che, a prescindere da come fossero andate le nostre vite, eri tu quello che volevo. Ed è stato così, è sempre stato così. Non sapevo sarebbe divenuta l'ultima volta . Quando ti ho dovuto lasciare ti ho fatto un cenno di saluto. Avrei voluto dirti che ti amavo ed ero , anzi sono , orgoglioso e fiero di averti conosciuto e avuto come figlio. Ed è ciò che non voglio dimenticare mai. Non ci sono riuscito allora . Te lo dico solo ora che sei partito per un lungo viaggio. 
Grazie per tutto quello che sei stato e per essere stato mio.

Il tuo papà.

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