FOTO DI STABIA

venerdì 3 dicembre 2010

Castellammare, dopo le ronde la sagra deL "FOUCARACCIO"

Castellammare- Niente minigonne, nè partite di calcio per strada, no ai fuochi in piazza, in attesa dei falò dell'immacolata che da anni sono metà fra tradizione ed "illegalità". Il Falò della Vigilia dell’Immacolata rappresenta una tradizione paesana che avviene da tantissimi anni.
Il simbolo del falò o in dialetto "fuocaraccio" è quella di far fuggire le tenebre per far posto alla stagione della luce, ottenuta tramite il fuoco, purificatore e rigeneratore, che distrugge ciò che è vecchio e crea ciò che è nuovo, trasformando in materia.
I “sarmenti” delle vigne, i rami degli alberi, i tronchi disboscati, utilizzati per il falò, una volta dati alle fiamme, ritornano nei campi sotto forma di cenere, ricca di potassio e molto utile al terreno, in origine questo era un rito pagano atto nel fecondare la terra con aspersione di cenere sacra, ricavata dalla fanova benedetta, è quindi, nell’usanza di accendere i fuochi, una perfetta simbiosi tra natura e cultura, tra fede religiosa e rispetto delle coltivazioni agricole.
L’accensione dei "fuocaracci" era un rito pagano, divenuto poi una tradizione cristiana in onore dell’Immacolata Concezione; i contadini intendevano così ringraziare la Madonna per il raccolto e per la fertilità del terreno. Secondo una credenza popolare, quella dell’accensione del falò, ricorda la Madonna che asciuga i panni lavati del Bambin Gesù, e la vigilia comportava il digiuno “per penitenza”, sotto forma di privazione del cibo per una migliore aspettativa di fede. Oggi in pratica con l'avvento di Bobbio, la nostra tradizione viene modificata, niente più i fuochi nei quartieri, e la giunta prima fa le ronde e poi trasforma letteralmente solo per quei pochi il nostro stare insieme in "sagra popolana" creando un fa bisogno di spendere.E cosi mettiamo gli stendi in villa comunale per far arricchire chi già lo è.Facciamo i falò sull'arenile dove un pugno di volontari lo a riqualificato, ma veramente, dove prima regnava il caos ora c'è la pace. Allora caro Bobbio o la devo chiamare "luigino" come la chiama qualche sindacalista o qualche membro del Comitato Operaio Stabiese, e si oramai il primo si e trasferito a Marghera per prendersi la trasferta e il secondo e diventato il c'era una volta. Ma la realtà e che quest'anno non solo la beffa della crisi occupazionale   e il tasso di disoccupazione al 32%, ma anche la modifica delle nostre tradizioni. MA!!
A in ultimo qualche stendi per i disoccupati no...

Il Falò della Vigilia dell’Immacolata rappresenta una traIl Falò della Vigilia dell’Immacolata rappresenta una tradizione paesana che 

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