Gli infallibili manager della cantieristica italiana fra i meglio pagati in Europa, i ministri italiani fra i migliori affaristi in circolazione, gli economisti che il mondo ci invidia, il governo in altre faccende affaccendato e tutti i falliti, i mediocri, gli sconfitti, i malcontenti che la manna non cada dal cielo e le siepi non producono salsicce, hanno determinato il declassamento italiano nella divisione internazionale del lavoro. Per avere un'idea: ogni scalino in questo ambito equivale ad un gap di 10 anni. Senza che nessuno di essi perdesse l'appetito e il buonumore!
Nessuno si è dimesso perché cosi fan tutti. Nessuno presenta i rendiconti come vuole la costituzione italiana. Anzi per quadrare la quadra hanno presentato un "Piano industriale" di ...distruzione dell'Industria!
La risposta a questa provocazione è stata immediata e a tratti furibonda. In prima fila i cantieri di Sestri e Castellammare dove si sono distinti per combattività gli operai precari dell'indotto stabiese, esasperati dal fermo degli impianti e dell'incipiente disoccupazione. Ad essi si sono affiancati tutti i cantieri italiani e il giorno 3 Giugno, con una pantomima di quarta serie fra il ministro e l'A.D. Fincantieri, il piano è stato ritirato mentre tutto lo stato maggiore responsabile dello sconquasso è rimasto al proprio posto di comando.
Finito in precedenza a sud della Padania, Genova un suo ruolo in concomitanza con la sconfitta della Padania forza-leghista alle elezioni amministrative.
Castellammare resta in bilico tra assistenzialismo e problema di ordine pubblico.
Castellammare è Fincantieri recita uno slogan. Ma Fincantieri non si sente affatto Castellammare. Il cantiere navale è chiuso e la sirena che si sente suonare è posticcia. Nulla è dato sapere di manutenzione ai macchinari e impianti. Non si vede un cane circolare sul piazzale. Ancora oggi, dopo aver avvelenato i pozzi, l'attuale classe dirigente, merce governo, regione e parti sociali, per ignavia ( e conclamata incompetenza ) non ostacola ma asseconda l'avanzare di un cavallo di Troia carico di nuovo buco di bilancio e lo smantellamento del cantiere di Castellammare.
Di più. La Fincantieri, abbandonato ogni aplomb istituzionale, discrimina la città e i suoi lavoratori negando ad essi l'utilizzo della sede sindacale per il necessario esercizio informativo e di collegamento anche istituzionale, il democratico presidio degli impianti.
Castellammare è Castellammare se saprà aggregare tutte le forze per la buona battaglia e diradare la nube nera che si addensa sulla città, se saprà dare rappresentanza alla comunità cittadina che vuole vivere di onesto lavoro, se saprà spezzare la catena di incompetenza, mala amministrazione e malaffare che soffoca l'economia popolare.
Il cantiere navale e la città non sono un tutt'uno. Ma ad ogni passo della loro storia non sono essi a dover essere all'altezza degli uomini ma viceversa.
Nessuno si è dimesso perché cosi fan tutti. Nessuno presenta i rendiconti come vuole la costituzione italiana. Anzi per quadrare la quadra hanno presentato un "Piano industriale" di ...distruzione dell'Industria!
La risposta a questa provocazione è stata immediata e a tratti furibonda. In prima fila i cantieri di Sestri e Castellammare dove si sono distinti per combattività gli operai precari dell'indotto stabiese, esasperati dal fermo degli impianti e dell'incipiente disoccupazione. Ad essi si sono affiancati tutti i cantieri italiani e il giorno 3 Giugno, con una pantomima di quarta serie fra il ministro e l'A.D. Fincantieri, il piano è stato ritirato mentre tutto lo stato maggiore responsabile dello sconquasso è rimasto al proprio posto di comando.
Finito in precedenza a sud della Padania, Genova un suo ruolo in concomitanza con la sconfitta della Padania forza-leghista alle elezioni amministrative.
Castellammare resta in bilico tra assistenzialismo e problema di ordine pubblico.
Castellammare è Fincantieri recita uno slogan. Ma Fincantieri non si sente affatto Castellammare. Il cantiere navale è chiuso e la sirena che si sente suonare è posticcia. Nulla è dato sapere di manutenzione ai macchinari e impianti. Non si vede un cane circolare sul piazzale. Ancora oggi, dopo aver avvelenato i pozzi, l'attuale classe dirigente, merce governo, regione e parti sociali, per ignavia ( e conclamata incompetenza ) non ostacola ma asseconda l'avanzare di un cavallo di Troia carico di nuovo buco di bilancio e lo smantellamento del cantiere di Castellammare.
Di più. La Fincantieri, abbandonato ogni aplomb istituzionale, discrimina la città e i suoi lavoratori negando ad essi l'utilizzo della sede sindacale per il necessario esercizio informativo e di collegamento anche istituzionale, il democratico presidio degli impianti.
Castellammare è Castellammare se saprà aggregare tutte le forze per la buona battaglia e diradare la nube nera che si addensa sulla città, se saprà dare rappresentanza alla comunità cittadina che vuole vivere di onesto lavoro, se saprà spezzare la catena di incompetenza, mala amministrazione e malaffare che soffoca l'economia popolare.
Il cantiere navale e la città non sono un tutt'uno. Ma ad ogni passo della loro storia non sono essi a dover essere all'altezza degli uomini ma viceversa.
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