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venerdì 29 luglio 2011

Dalla stampa Nazionale:Al via il rilancio di Fincantieri

La ristrutturazione per ampliare lo stabilimento genovese di Fincantieri può contare su una "dote" complessiva di 120 milioni, che secondo il ministro Paolo Romani (Sviluppo economico) «potrà poi superare i 200 milioni».
L'investimento servirà a realizzare un nuovo piazzale operativo di 117mila metri quadrati, con il riempimento di uno specchio d'acqua di 71mila metri quadrati fra Sestri Ponente e Multedo, inoltre saranno allestite nuove strutture e impianti per «le attività navalmeccaniche, anche a carattere innovativo». Si prevede una nuova organizzazione degli impianti petroliferi a terra e la realizzazione di una nuova boa off-shore al posto dell'attuale che sarà smantellata. Sono queste le novità contenute nell'accordo di programma per «il ribaltamento a mare di Fincantieri a Sestri Ponente» – che prevede l'allargamento verso mare dello stabilimento «salvaguardando la funzionalità del Porto Petroli» – firmato ieri fra i ministeri dello Sviluppo Economico, dei Trasporti, Regione Liguria, Provincia e Comune di Genova, Autorità Portuale, Fincantieri e Porto Petroli. L'accordo di programma che avrà un durata di cinque anni, prevede anche la nascita di un comitato di coordinamento, costituito da un rappresentante di ciascun soggetto firmatario e presieduto dal ministero dello Sviluppo economico, che vigilerà su tutti i passaggi operativi.
Per l'opera sono stati stanziati 50 milioni di euro, mentre ulteriori 20 milioni arriveranno dal riparto delle risorse del Fondo per le infrastrutture portuali, in aggiunta ad un investimento di circa 50 milioni da parte di Porto Petroli Spa. «Il progetto – ha spiegato il ministro Romani – permetterà a Fincantieri di proseguire e rafforzare le sue attività, concedendo vantaggi logistici anche al porto di Genova. Ci sono tutte le prerogative strutturali, professionali e industriali per recuperare nuove quote di mercato investendo su qualità e tecnologia avanzata».
Fincantieri, dopo aver annunciato a fine maggio ai sindacati un piano di 2.551 tagli con la chiusura dei cantieri di Sestri Ponente e Castellamare di Stabia, a giugno aveva ritirato il progetto dopo aver incassato l'impegno del governo a trovare una soluzione per far fronte alla crisi del settore. Ieri lo stesso Romani ha annunciato che «entro settembre siamo convinti di poter siglare un protocollo d'intesa per Castellammare di Stabia, avviando così un percorso positivo anche per quel sito». Nel sottolineare che Fincantieri risente della crisi della cantieristica legata alla caduta delle commesse, l'ad Giuseppe Bono, ha aggiunto che l'azienda «continua a non avere debiti, e ha una posizione finanziaria solida, anzi un surplus di cassa: cose che aiutano in una situazione difficile del mercato». Bono ha rinnovato l'appello al sindacato: «Dobbiamo ritornare a ragionare in termini di competitività – ha detto –. Certe sacche di inefficienza non ce le possiamo permettere, non si può continuare a ragionare come se fossimo gli unici al mondo, dobbiamo sottostare alle regole della competizione internazionale».
Ieri, peraltro, al termine di un incontro organizzato nella sede dell'Anci dal sindaco di Genova, Marta Vincenzi con i sindacati, la leader della Cgil, Susanna Camusso, ha sollecitato «il coinvolgimento dei comuni in un tavolo nazionale sulla cantieristica», convinta che «la crisi del settore e della Fincantieri vadano affrontate in modo organico». Sull'accordo di programma la Fiom ha sospeso il giudizio, si «esprimerà quando saranno chiariti gli sviluppi della vertenza nazionale». Mentre Fim e Cisl hanno «apprezzato e condiviso» l'accordo in quanto «strumento necessario per dare una reale prospettiva futura al cantiere», ribadendo «il proprio impegno per rispettare tutto quello che è stato concordato a giugno nell'incontro con il governo e con l'azienda».

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