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mercoledì 13 luglio 2011

ASSEMBLEA ASSONAVE ANTONINI: I CANTIERI NAVALI SONO TROPPi

«Decisamente troppi» i cantieri navali in Italia per reggere un mercato in forte contrazione e con un governo che non è in grado, al pari dell’Ue, di mettere in campo misure «per tamponare l’emergenza e accrescere la competitività del settore»: questo dirà stamattina Corrado Antonini aprendo l’assemblea Assonave e dando la stura, con ogni probabilità, a una nuova ondata di polemiche. Perché Corrado Antonini, oltre a guidare l’associazione industriale della cantieristica, è presidente di Fincantieri, azienda ancora senza un futuro determinato dopo il ritiro del contestatissimo piano industriale che prevedeva la chiusura degli stabilimenti di Sestri Ponente e Castellammare, oltre al dimezzamento di quello di Riva Trigoso.
Le parole di Antonini confermano che, al momento, sembra non essere all’orizzonte un’alternativa meno pesante al piano “lacrime e sangue” o, almeno per metterla in campo l’azienda aspetta un contributo dal governo che, al momento, non arriva, tanto che viene ricordato il mancato avvio di un vasto piano di commesse pubbliche, il pagamento di contributi ad armatori e cantieri a valere su leggi del 2001-2020, la disponibilità di un aiuto sistematico all’innovazione: «La drastica riduzione del tonnellaggio acquisito in questi ultimi esercizi - riporta la bozza del discorso che dovrebbe pronunciare oggi Antonini - e di quello realisticamente ipotizzabile nei prossimi anni ha messo in grave difficoltà una struttura arrivata a impegnare fino a 5 stabilimenti (4 Fincantieri) per il cruising e tre per la costruzione di ferry. Decisamente troppi tenuto anche conto degli investimenti richiesti per l’ammodernamento di alcuni siti».
Parole che riecheggiano quanto detto ieri dall’amministratore delegato Giuseppe Bono in un’audizione alla Camera: «Noi non possiamo mantenere l’apparato industriale così com’è. O ci reinseriamo nei flussi commerciali internazionali o se vogliamo mantenere tutto l’esistente non andiamo da nessuna parte», ha detto Bono, evidenziando che, «laddove fosse necessario», si potrebbe anche ricorrere ad un’eventuale riduzione dell’occupazione. «Se c’è una cancrena - ha detto - va tolta, altrimenti contagia tutto il corpo». «Le crisi esasperano le situazioni di debolezza infrastrutturale», ha aggiunto Bono, facendo riferimento al fatto che l’Italia ha 6 cantieri mentre altri Paesi ne hanno solo uno. «In questi periodi - ha aggiunto - queste deficienze infrastrutturali emergono in maniera più drammatica».
A preoccupare non è solo il settore commerciale, ma anche quello militare dove è in forse il finanziamento per le fregate multiruolo numero cinque e sei del programma italo-francese: «Va da sé che un’eventuale incompleta realizzazione (del programma Fremm) - riporta ancora la bozza del discorso di Antonini - creerebbe seri problemi sia alla stessa Marina sia al nostro sistema, già in sofferenza».

Palermo
Fincantieri, seconda giornata di sciopero 

Palermo - Seconda giornata di sciopero degli operai del cantiere navale di Palermo, dopo quella di ieri, che da questa mattina protestano davanti i cancelli dello stabilimento per la mancata acquisizione da parte di Fincantieri della commessa di circa 70 milioni di euro per la ristrutturazione e riparazione della nave da crociera, Costa Romantica. Lo sciopero, proclamato dai sindacati, si protrarrà anche oggi per tutta la giornata. Secondo i sindacati fino a venerdì mattina la commessa si dava per acquisita da Fincantieri, mentre nel pomeriggio della stessa giornata si diffuse la notizia che la commessa era stata affidata al cantiere navale Mariotti di Genova. «Formalizzeremo oggi - dice Francesco Piastra della segreteria provinciale della Fiom di Palermo - una richiesta insieme a Fim e Uilm per chiedere un incontro con l’amministratore delegato del gruppo». Sono 220 gli operai del sito palermitano di Fincantieri in cassa integrazione, su un organico complessivo di 525.

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