“La notizia del ritiro del piano industriale da parte di Fincantieri va accolta con favore, ma va detto con chiarezza che la decisione presa dall’azienda rende oggi ancora più evidente il vuoto di iniziativa che ha fin qui caratterizzato l’azione del governo in materia di politiche industriali.
Se chi ne aveva il compito si fosse assunto per tempo le proprie responsabilità oggi non saremmo a questo punto ed ora bisogna ripartire dalla definizione di un piano europeo per la riorganizzazione del sistema cantieristico e per il sostegno della domanda attraverso la rottamazione, al quale deve fare seguito una coerente scelta di politica industriale nazionale che preveda il mantenimento di tutti i cantieri esistenti, affidando a ognuno di essi una specifica missione”.
“Va però detto che, a differenza della Regione Liguria, che si è mossa per la difesa dei suoi cantieri, dalla Regione Campania è finora arrivato solo un assordante silenzio e anche oggi il presidente Caldoro si è limitato alle solite frasi di rito prive di qualunque proposta operativa. Diventa perciò molto importante la definizione di un quadro di insieme, a partire dall’incontro che avvenuto a Strasburgo martedì scorso con il vice presidente Tajani”.
“È chiaro che c’è ancora da lavorare tanto ma ora possiamo farlo in condizioni di maggiore serenità. La Liguria si è presentata a questo appuntamento con grande compattezza politica, istituzionale, sociale, sindacale, hanno preso parte all’azione comune anche forze sociali e organizzazioni solitamente lontane da queste vertenze. Certo, la crisi rimane, dovremo affrontare nodi che riguardano Cassa Depositi e Prestiti, Sace, commesse pubbliche, la crisi rimane”.
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