FOTO DI STABIA

sabato 4 giugno 2011

Fincantieri: «Stop al piano ma niente ricette miracolose»

Il pressing del Governo costringe Fincantieri a ritirare il piano di riassetto che prevedeva 2.551 esuberi e la chiusura dei siti di Sestri Ponente e Castellammare di Stabia. La decisione è stata annunciata ieri in occasione del summit tra Governo, sindacati e azienda. Fincantieri, in una nota, fa comunque sapere che in mancanza di recuperi di efficienza è concreta l'ipotesi di «portare i libri in tribunale». «Ritiro il piano – avrebbe detto l'ad Bono ai sindacati – spero che questo esorcizzi le tensioni». Il ministro dello Sviluppo Romani aprirà ora tavoli di confronto regionali in Liguria e Campania, ribadendo l'impegno a mobilitare fondi Ue sul settore. Soddisfatti i sindacati che però invitano a non abbassare la guardia. Ora quanto prima già nella prossima settimana i lavori vanno spostati presso la Regione Campania, dove già il 24 Maggio è stato redatto un documento sul Bacino, infrastruttura che a Castellammare diviene sempre di vitale importanza e di sicuro rilancio. Il contratto d'aria può è deve essere l'unico mezzo possibile non solo ha rivalutare un'aspetto politico che negli ultimi 15 anni ha declassato l'area torrese-stabiese, dove in quei anni si decideva le sorti del Cantiere Navale e di un'itero sistema produttivo ma allo stesso tempo può essere un mezzo di rivalutazione dell'indotto tanto decantato. Quell'indotto che dallo stesso sistema sindacale-politico, padre padrone, deve redimersi è riconvertire ad un modello nuovo ma sopratutto più propositivo. Non si possono più accettare modelli obsoleti dove quanto si doveva fare casino gli stabiesi erano sempre pronti in migliaia ad andare a Roma è accontentarsi di pochi anni di lavoro è circoscritti ad una sola nicchia di mercato, mentre gli altri con poche centinaia si padroneggiavano di nicchie più vaste e con ricadute decennali sul sistema produttivo. Lo stesso indotto quando doveva offrire professionalità ad una struttura che negli anni a tolto da Castellammare era pronto è quando non vi era più necessità si metteva alla porta, creando scompigli che negli anni ha prodotto modelli imprenditoriali tali da scellerare su una fetta di operai sempre meno difesa. Ora questo non può più coesistere, ora questo non deve essere solo uno strumento di difesa o di lotta per alcuni è di speculazioni per altri, ora questo deve essere un perno cardine di un nuovo sistema politico-sindacale ma sopratutto di rilancio per quei lavoratori che in questi anni hanno mantenuta alta la guardia sulla questione Castellammare, ora è necessario solo il rilancio di queste terre già fin troppo mortificate nello spirito e nella mente. L'equilibrio democratico deve essere solo con investimenti da parte della Regione Campania ma sopratutto motivare i nostri armatori ad investire nel bacino per Castellammare.


Rolando Cardone
Fim-Cisl Indotto

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