Fincantieri, siamo a un bivio: la posta in gioco è salvare un settore fondamentale dell’industria pubblica e migliaia di posti di lavoro. Mentre noi nei comuni, provincie e regioni interessate ci mobilitiamo a difesa dei nostri cantieri, l’azienda va spedita verso il suo piano di Lunedì mettendo gli stabilimenti in concorrenza tra loro. Le anticipazioni della stampa sono solo la conferma di quanto già era nell’aria si preannunciano “lacrime e sangue” per i dipendenti. Il conto da pagare presentato ai lavoratori è altissimo.
E’ necessario un intervento da parte dei sindacati al governo nazionale che chieda con forza commesse e investimenti pubblici, anche ragionando su una diversificazione della produzione (traghetti, gasiere, piattaforme). Si tratta di salvare un pezzo di economia che ruota intorno ai cantieri oppure andare verso lo smantellamento del settore. I paesi leader della cantieristica mondiale intervengono con investimenti strutturali a sostegno del settore. Perché in Italia non è possibile fare lo stesso?
Il governo deve dare un segnale forte, necessario non soltanto a difesa dell’occupazione e dello sviluppo, ma anche della coesione sociale, condizione necessaria per il superamento della crisi economica che affligge il paese.
Da indiscrezioni trapelate nelle scorse ore, sembra che il piano industriale di Fincantieri, che lunedì a Roma verrà presentato ufficialmente ai sindacati, preveda un esubero di 1500 dipendenti. Esuberi che, secondo quanto sosterrebbe l’azienda, non dovrebbero tramutarsi in licenziamenti, ma portare comunque forti modifiche soprattutto nei cantieri liguri di Riva Trigoso e Sestri Ponente. Da quanto trapelato, infatti, sembra che l’azienda abbia deciso di sopprimere la parte navale a Riva Trigoso, per mantenere e potenziare solo l’officina meccanica.La stessa cosa vale per Sestri Ponente. Sembra infatti che l’azienda abbia intenzione di confermare la realizzazione del ribaltamento a mare, ma che proprio per questo motivo il cantiere diventerebbe inagibile per tre anni, lasso di tempo in cui i lavoratori sarebbero ricollocati a Muggiano. Mentre per Castellammare si va sempre verso la riconversione di alcune aree Fincantieri.
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