FOTO DI STABIA

giovedì 19 maggio 2011

Della serie: la Chiesa non fa politica

Nella ridente cittadina di Castellammare di Stabia si è assistito ad un avvenimento, che rivela, più di qualsiasi saggio o trattato, l’intreccio profondo tra cultura camorrista, chiesa locale, popolazione, tutto contrapposto alla autorità civile, quella del sindaco Luigi Bobbio, ex magistrato,.

Della serie: la Chiesa non fa politicaLa storia si svolge durante la solenne processione in cui è tradizione (?) che il corteo con il santo protettore si fermi davanti alla casa del boss camorrista, in segno di omaggio e rispetto. Il tutto tra canti e litanie, con il pieno consenso della popolazione e di santa madre chiesa.
Alla richiesta ufficiale del sindaco di non effettuare quella sosta, l’arcivescovo di Sorrento e Castellammare, Felice Cece, ha tentato di sminuire il significato, falsificando la realtà sostenendo che la sosta era dedicata ad una chiesetta lì vicino. Comunque la sosta è stata effettuata e dal pio popolo dei portatori ed organizzatori della processione è sgorgato uno slogan “siamo tutti camorristi”.
Come la Chiesa riesca a far convivere i suoi valori etici con questa marmaglia è più misterioso della verginità della Madonna.
A Napoli il cardinale Sepe  appoggia apertamente il candidato della destra Lettieri, ben sapendo che è legato mani e piedi a quel Cosentino, onorevole del PDL, con mandato di cattura per associazione camorristica, coordinatore del partito berlusconiano in Campania, per ora salvato da un voto parlamentare che ha negato l’autorizzazione all’arresto.
Tutto si può dire dei preti, ma non che siano ingenui e sprovveduti. Essi conoscono le realtà locali nel profondo e lavorano quotidianamente per fare in modo che le cose non cambino, hanno sempre lavorato per la conservazione.
Questa potente organizzazione, capillare su tutto il territorio, agisce con grandi mezzi economici (l’8 per mille) come un partito ed altera la competizione elettorale orientando il voto delle sue pecorelle verso le destre. Ciò è insopportabile e bisogna pretendere che il Concordato tra Stato e Chiesa sia abolito, come ogni rapporto economico, e la Chiesa viva esclusivamente del sostegno economico e spirituale dei suoi fedeli.
In una democrazia autentica, la religione è un fatto personale e non si dovrebbe tollerare l’ingerenza nella politica e i suoi simboli vanno aboliti da tutti i luoghi pubblici.

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