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martedì 29 marzo 2011

CANTIERISTICA GENOVESE INDUSTRIE A SESTRI, STOP A CALVINI

RIBALTAMENTO A MARE: il rebus è capire cosa scriverà Fincantieri all’interno dell’accordo di programma. Secondo voci di corridoio, l’ipotesi lanciata da Giovanni Calvini non ha lasciato indifferenti i vertici del gruppo. Il presidente di Confindustria Genova ha invitato a pensare, per il ribaltamento, all’inserimento di attività industriali ad alto valore aggiunto, a fianco o in alternativa alle attività navali. Un assist a Fincantieri: non è un mistero che l’ad dell’azienda, Giuseppe Bono, si sia più volte incontrato con lo stesso Calvini, mediatore nelle scorse settimane tra gli industriali delle riparazioni e il gruppo di Stato. E qui si arriva al nodo dell’accordo di programma, cioè il contratto tra il governo, Fincantieri, Comune e Autorità portuale che in origine doveva essere firmato in questi giorni. Qui ci deve essere scritto che cosa Fincantieri vuole farne del ribaltamento: le garanzie da dare al governo, che così può mettere a bilancio i 70 milioni di euro garantiti dal decreto Milleproroghe. Fincantieri tirerebbe a tenersi più “larga” possibile: costruzioni, riparazioni e, perché no, altre attività industriali. Il timore degli amministratori locali, è che il governo prenda queste ipotesi come una sostanziale indecisione dell’azienda. Dunque, il rischio è quello di una revoca del finanziamento. Ieri a margine dell’assemblea Spediporto, il presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando, ha spiegato che «ovviamente tutto è legittimo ma, quando il Comune di Genova subordina la valorizzazione delle aree che, attualmente, sono di Fincantieri, al fatto che si faccia un investimento per potenziare e radicare il cantiere navale, bisogna stare attenti che proposte diverse non vadano a compromettere questo finanziamento. Poi, una volta che il finanziamento sarà consolidato, tutto si potrà discutere. Non conosco, comunque, nel dettaglio le proposte perché Calvini non le ha avanzate. Quando deciderà di farcele conoscere le valuteremo». Anche il sindaco di Genova, Marta Vincenzi, è su un’altra lunghezza d’onda rispetto a Calvini: «In questo momento, quello che voglio è sentirmi dire da Fincantieri qual è il suo piano industriale». Per il presidente Merlo occorre «prudenza. Mettere in campo altre ipotesi rischia di far saltare la soluzione. Anch’io sono curioso di sapere che cosa dirà Fincantieri. Vorrei chiarezza sull’accordo di programma, se no si rischia di finire come per Cornigliano. Abbiamo un obiettivo che dev’essere condiviso da tutti. Se ci sono altre ipotesi, si vaglieranno, come integrazione e non come alternativa alla cantieristica». Bocciatura dalla Cgil («Confindustria smentisce sé stessa: l’accordo firmato nel 2009 era espressamente previsto per la cantieristica» dice Antongiulio Mannoni, Camera del Lavoro genovese). Di diverso avviso Antonio Apa, segretario regionale Uilm: «Parliamo del futuro di Fincantieri. Sarebbe il caso che anche le istituzioni facessero alcune proposte»

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