L' 8 Marzo è il giorno della donna che resiste, che combatte e si prodiga. Ma è anche il giorno per ricordare le violenze, le discriminazioni sul lavoro e nella vita. Oggi il corpo della donna è visto come oggetto su cui scatenare l'esercizio del potere: quello religioso del cattolicesimo e dell'islamismo, dello stupro etnico, della prostituzione forzata e quella statica della nostra violenza. Domani , il futuro della donna sarà sempre meno posti di lavoro , meno tutela della maternità e un abbrutimento masmediatico della bellezza femminile, non più come canone estetico ma come curriculum vitae. Festeggiare ha lo stesso senso con cui si ricordano le minoranze umiliate e la giornata della memoria.
Il momento è grave e la festa porta il lutto al braccio.
Il momento è grave e la festa porta il lutto al braccio.
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