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giovedì 10 febbraio 2011

Rastelli:''Il mio addio alla Juve Stabia? Col senno di poi...''

Domenica scorsa ha approfittato della sosta in Seconda Divisione per rimettere piedi al Romeo Menti, il suo stadio per due anni. Due stagioni intense, la prima traumatica e la seconda bellissima con la promozione in Prima Divisione. Massimo Rastelli è tornato a vedere la Juve Stabia e la sua presenza in tribuna, insieme ad Enrico Amore, al fianco del presidente Manniello ha portato bene. Sembra essere passato un secolo. La stima e le pacche sulla spalla dei tifosi si sprecano. Rastelli deve molto alla Juve Stabia che l’ha lanciato nella nuove veste di allenatore ma anche le Vespe devono tanto al giovane allenatore. Non era facile l’anno scorso assumersi una responsabilità tremenda come quella di allenare una Juve Stabia retrocessa in Seconda Divisione e in un clima incandescente. Molti diranno che ha vinto il campionato perchè allenava una super squadra. Ma non sempre l’equazione grande squadra: vittorie, è giusta. Rastelli ha saputo dare alla Juve Stabia un gioco spettacolare ma, soprattutto, ha gestito in modo impeccabile una rosa formata da calciatori di primo pelo. “E’ sempre bello provare queste emozioni - si lascia andare Rastelli (oggi allenatore del Brindisi, ndr). Noto con piacere che la Juve Stabia sta continuando a fare bene. Merito della società che ha operato in maniera chirurgica in estate”. D’altronde, se i tifosi sognano i play off, è merito della squadra attuale e di Braglia ma, il background l’ha costruito lui. “I risultati stanno dimostrando che la Juve Stabia merita i play off. La squadra gioca un buon calcio, ha un allenatore di qualità e calciatori di tutto rispetto. Nel calcio, la differenza nelle categorie la fa la qualità”. Prima di congedarsi, però, Rastelli ha parlato anche della scelta fatta dopo la promozione di lasciare la Juve Stabia. Mister, potesse tornare indietro, rifarebbe la stessa cosa? “In estate pensavo di aver fatto la cosa giusta. Poi col senno di poi ho fatto le mie considerazione che tengo per me...”, conclude Massimo Rastelli che, probabilmente, qualche rimorso inizia ad averlo.

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