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lunedì 14 febbraio 2011

MIGLIAIA DI MANIFESTANTI A ROMA E MILANO. BONGIORNO: «HANNO PAURA DI VOI» Donne e uomini in piazza per la dignità «Siamo più di un milione nel mondo»


Gelmini: poche radical chic. Finocchiaro: venga a vedere. Cori contro il premier: «Dimettiti». Corteo a Montecitorio


Donne e uomini in piazza in tutta Italia (e non solo) per la dignità: la parola d'ordine è "se non ora, quando?". In 230 città della penisol si sono svolte manifestazioni «per chiedere più rispetto per libertà e i diritti delle donne», senza bandiere di partiti e sindacati, ma con la precisa richiesta di dimissioni del premier Berlusconi.
L'urlo di Roma

In piazza del popolo Roma decine di migliaia di persone (500mila secondo gli organizzatori) si sono radunate sotto un palco rosa con lo slogan "tempo di esserci tutte e tutti, vogliamo un Paese che rispetti le donne". Ripetuto un grido rivolto al presidente del Consiglio: «Dimettiti».
L'attrice Isabella Ragonese ha dato il via alla manifestazione: «Sono una bambina, non ho fatto il femminismo, sono una precaria, sono una madre, sono una commessa, un'impiegata e oggi mi dimetto da tutto. Oggi 13 febbraio scendo in piazza» ha detto tra gli applausi. Quindi è partito dal palco l'"urlo delle donne indignate", dopo un minuto e mezzo di silenzio: «Se non ora quando?», e la piazza ha risposto «Adesso!». Presenti a Roma lo stato maggiore del Pd, ma segretario e parlamentari restano lontani dal palco, mischiati tra la folla. «Berlusconi da tempo dovrebbe andarsene ed è quello che gli chiedono queste piazze» ha detto Pier Luigi Bersani. La deputata di Fli Giulia Bongiorno ha parlato dal palco: «Non sono qui per criticare i festini hard, ma per farlo quando diventano sistema di selezione della classe dirigente - ha detto nel suo intervento, applauditissimo -. Chi tace in questa situazione può diventare complice. Questa non è una piazza di moralisti, come ha detto qualcuno nei giorni scorsi, questo è un modo per sminuire la vostra presenza qui. Si ha paura di voi». Una selva di fischi si leva quando dal palco viene citato Giuliano Ferrara. Molte le voci in difesa del presidente della Repubblica Napolitano. La manifestazione romana si è chiusa con la "conta" («Siamo più di un milione nel mondo» ha detto l'attrice Angela Finocchiaro) e con l'intervento di Francesca Izzo, la docente universitaria stratega dell'iniziativa. «Da questa piazza non si torna indietro - ha detto -. Il prossimo appuntamento è per l'8 marzo e poi insieme ci impegniamo a costruire gli Stati Generali delle donne italiane, aperti anche agli uomini, che serviranno a far sentire la nostra voce»  C'è stata anche una deviazione imprevista. Numerose donne (oltre un migliaio) si sono staccate dalla manifestazione in piazza del Popolo ed è partito un corteo spontaneo che ha raggiunto Montecitorio: le manifestanti, urlando slogan contro il premier, hanno scavalcato le transenne e sono arrivate davanti alla porta della Camera. All'interno del gruppo, alcune protestano in difesa delle escort. Poliziotti e carabinieri hanno poi fatto allontanare le manifestanti che hanno lasciato in terra una decina di pacchi con riferimenti alla legge sull'aborto, sulla procreazione assistita e al pacchetto sicurezza
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