venerdì 14 gennaio 2011
Ribaltamento a mare il governo si impegna
Dopo mesi, qualcosa torna a muoversi sul fronte del ribaltamento a mare di Fincantieri, il progetto che dovrebbe estendere lo stabilimento di Sestri Ponente sul mare, restituendo alla città le aree al di là della ferrovia, che oggi taglia a metà la struttura.
Ieri infatti c’è stato un incontro a Roma, uffici della presidenza del Consiglio, tra il presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando, il sottosegretario Gianni Letta e i numeri uno del porto di Genova e di Savona, cioè Luigi Merlo e Rino Canavese.
Due i temi della discussione: ribaltamento a mare, ma anche piattaforma Maersk a Vado Ligure, il nuovo terminal container che la compagnia danese costruirà nello scalo commerciale di Savona.
Al centro dell’incontro, la questione dei finanziamenti: per il ribaltamento il governo deve onorare ancora l’impegno, preso dall’allora ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola, di 90 milioni di euro necessari per approntare il ribaltamento vero e proprio - l’ammonontare complessivo è di 250 milioni di euro. Anche nel caso della piattaforma Maersk, il governo deve sbloccare i finanziamenti promessi per la realizzazione della struttura, che costa complessivamente 300 milioni di euro. La partita, a quanto trapela, è nelle mani di Letta: che avrebbe riconfermato l’impegno del governo per la realizzazione di queste due opere. Se sotto il profilo politico il segnale è importante - ancora bruciano le indiscrezioni sul piano segreto di Fincantieri per un possibile ridimensionamento di Sestri - per quanto riguarda invece la questione del finanziamento tutto è in sospeso. «Rimane da stabilire quale sarà il meccanismo di pagamento per queste infrastrutture» dicono fonti vicine alla questione. In pratica, spetterà a Letta riuscire a capire se e quanto il ministro del Tesoro, Giulio Tremonti, sarà intenzionato ad aprire i cordoni della borsa.
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