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sabato 29 gennaio 2011

Fiom chiede lo sciopero generale

«Federmeccanica e Confindustria devono sapere che se faranno quello che fa la Fiat succede un conflitto che non ha precedenti nel nostro Paese».
Con questo aut aut lanciato alle imprese il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, è intervenuto ieri alla manifestazione di Milano, in occasione dello sciopero nazionale dei metalmeccanici, in una giornata caratterizzata da oltre una ventina di cortei che hanno sfilato nelle principali città. Per la Fiom l'adesione media dei lavoratori ha superato il 70%, mentre Federmeccanica ha registrato un 18% e la Fiat il 15% nei propri stabilimenti. Entrando più nel dettaglio, le cifre divergono notevolmente: in casa Fiat per la Fiom le adesioni sono state dell'80% alla Powertrain – unico reparto produttivo in funzione a Mirafiori (19% per la Fiat)–, a Cassino e Melfi intorno al 50% (rispettivamente il 12,5% e il 10% per la Fiat), alla Sevel val di Sangro tra il 70 e l'80% (24% per l'azienda).
«Le fabbriche si sono fermate perchè i lavoratori non vogliono che il modello Marchionne si estenda» ha detto Landini rinnovando la richiesta alla Cgil di indire un black out di tutte le categorie: «l'attacco ai diritti non è un problema solo dei metalmeccanici – ha aggiunto – bisogna mettere in campo lo sciopero generale di tutti i lavoratori. So che è difficile organizzarlo, che non risolve tutti i problemi, ma solo la Cgil lo può fare per cambiare questa situazione». Come era successo alla segretaria generale della Cgil giovedì a Bologna, ieri il segretario confederale Enrico Panini, è stato contestato da una parte dei manifestanti a Torino che, durante il suo intervento, hanno scandito lo slogan «sciopero, sciopero generale». Landini ha provato a sminuire la portata delle contestazioni sostenendo che «anche nella Cgil si è aperta la discussione sulla possibilità di arrivare allo sciopero generale», che non c'è alcuna frizione con Susanna Camusso «ma una discussione aperta che la piazza ha reso esplicita e che riguarda come si continua questa iniziativa». Ma le divergenze all'interno della Cgil con la maggioranza della Fiom sono ormai evidenti. 



Tra la ventina di cortei, non sono mancati momenti di tensione: a Milano un centinaio di giovani antagonisti si è scontrato con la polizia, schierata a presidio della sede di Assolombarda. Scontri anche davanti alla sede di Confindustria a Genova, dove alcune centinaia di studenti e di giovani dei centri sociali hanno scagliato razzi e fumogeni. Mentre a Roma l'associazione di giovani del Pdl "officina futura" ha compiuto un blitz presso la sede di Confindustria. A sostegno della Fiom, inoltre, un centinaio di lavoratori aderenti al sindacato polacco "Agosto 80" ha manifestato di fronte all'ambasciata italiana a Varsavia.
Tra le reazioni critiche, il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, considera «un errore» lo sciopero che «deve essere un'arma estrema», giudicando l'iniziativa della Fiom «politica più che sindacale». Per il presidente di Federmeccanica, Pier Luigi Ceccardi «la bassa adesione allo sciopero non fa altro che confermare la lontananza dei vertici nazionali della Fiom non solo dalla realtà economica del settore e delle imprese impegnate a recuperare produzione e occupazione, ma anche dai lavoratori». Fim, Uilm, Fismic e Ugl giudicano «un flop» la partecipazione dei lavoratori allo sciopero e ai cortei, con «pochi operai, molti studenti e appartenenti ai centri sociali». 

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