Chi sa quanti di voi hanno fatto il giochino del Corriere della Sera. Quello dove ti chiedono di scrivere le 10 parole che hanno caratterizzato l’anno appena trascorso.
La prima che ho scritto è Cassintegrati.
Questo 2010 se ne va. Rimane tutto il resto. Quello che nessuno è riuscito a risolvere, perché questo è un mondo dove le responsabilità sfuggono e gli interlocutori sono invisibili. Quello che abbiamo tentato umilmente di raccontare. Quello che è elencato qui a destra in rosso. Le decine di vertenze aperte, operai coraggiosi che lottano pacificamente per uno stipendio e un lavoro onesto.
Ecco in questo 2010 sono mancate le cose essenziali.
Pensiamo a Salvatore Corriga e ai suoi colleghi della Rockwool, accampati da mesi sul ponte di Campo Pisano a Iglesias. Ai letti, il riscaldamento, le comodità di una casa a cui questi uomini hanno rinunciato per dimostrare che quello che chiedono è così importante che sono disposti a qualsiasi sacrificio per riaverlo. Alle loro giornate sul Rockbus.Pensiamo a Sergio Muscas della Geas e agli altri dipendenti che rivogliono i quattro mesi di stipendio arretrati e il ritorno al lavoro. Perché vogliono smetterla di pesare su amici, parenti. Ai loro figli, agli enormi sacrifici che intorno a queste storie si snodano.
Penso che quest’anno avrei voluto comprarmi le calze Omsa, quelle cucite dalle fantastiche 347 ragazze di Faenza. Ma che alla fine ho scelto lo sciopero “dalla Golden lady”. Così, per principio, per solidarizzare con queste mamme, sorelle, amiche.
Pensiamo ai pastori sardi, al loro Natale, li immagino meditare una nuova grande mobilitazione che inauguri il 2011. Pensiamo a Eutelia, a come Samuele Landi, ex amministratore delegato abbia potuto fare una carriera così fulminea. A un paese per cui l’onestà non è il pilastro su cui tutto deve poggiare. Alle maschere bianche con cui per mesi si sono coperti i volti questi i 1192 dipendenti. E ancora a Electaancora senza risposte.
Ricordiamo i lavoratori della Fiat, il referendum perso dalla Fiom, anzi forse perso da tutti noi cittadini italiani che da quest’anno abbiamo un precedente pericoloso. Pensiamo alle parole di Marchionne che in fondo non sono così assurde. L’Italia ha dato tanto a questa azienda, è vero, ma ormai questo paese è poco credibile e non ha una vera politica economica. E poi ancora a Vol2 che forse è l’unica azienda che ce l’ha fatta. Aspettiamo che chi ha rubato finisca in carcere e i lavoratori truffati abbiano giustizia. Al freddo che fa nella torre a 160 metri a Marghera. A questo Natale senza tregua.
Il pensiero più vivo agli operai della Vinyls di Porto Torres, perché è per loro che questo blog è nato. Vogliamo ricordarli con un numero. 300. Come il film su Sparta. Qui però si parla di giorni. 300 giorni all’Asinara. Il 7 Gennaio sarà un anno sulla Torre Aragonese. E in questi giorni una bella notizia forse attraversa il mare e dà la tanto attesa speranza che nel 2011 si ritorni a lavorare… con gli svizzeri, con i russi, tedeschi, con chi permetta che la vita ricominci.
Ricominciare è la parola con cui vorrei iniziare la lista dell’anno prossimo.
Gli ultimi giorni del 2010 sono quelli di una politica che definitivamente parla a se stessa. Campagna elettorale dentro il Parlamento. Fuori la dignità di un paese che avrebbe molti più motivi di usare la violenza di quelli che si avevano negli anni 70. Ma che resta in piedi, e con un incredibile coraggio, sceglie di protestare sempre cosciente e attento che a guardalo ci sono i propri figli che di questi padri cassintegrati può andare ben fiera.
Tantissimi auguri di Buon Natale e Felice anno nuovo ai nostri lettori, a quelli che ci seguono e appoggiano, a chi abbiamo dato fastidio, a chi ci vuole male perché l’Italia è un paese invidioso che non sostiene chi fa bene e fa per gli altri. Ma l’augurio più sincero, va a tutti i disoccupati, i precari, i cassintegrati, gli studenti, di questo Paese.
L’Italia fondata sul lavoro attende di Ricominciare.
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