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lunedì 13 dicembre 2010

La guida dei lavoratori. La crisi dell'impresa:Cig,Mobilità,Licenziamenti collettivi

  1. La cassa integrazione guadagni
  2. I contratti di solidarietà
  3. La mobilità
  4. Gli ammortizzatori sociali  "in deroga"
  5. I licenziamenti collettivi
  6. I lavori socialmente utili
  7. L'indennità ordinaria di disoccupazione
  8. La dichiarazione di disponibilità
  9. La normativa per il settore edile
  10. Il trasferimento dell'azienda in crisi
  11. Il prepensionamento
Viste le tante domande che i lavoratori stabiesi si fanno in questi giorni, è considerando il grande momento di crisi ho voluto numerare le 11 più frequenti. In Italia esiste un articolato sistema di ammortizzatori sociali, cioè interventi volti a mitigare gli effetti sociali della perdita del lavoro, che tuttavia mostra vistosi limiti.
Il sistema attuale, valido per le sole aziende con oltre 15 dipendenti nel settore industriale e indotto e della grande distribuzione, può essere cosi riassunto:
  • se l'azienda e colpita da crisi, temporanea o strutturale, il cui superamento permetterà di mantenere gli stessi livelli occupazionali è previsto l'intervento della cassa integrazione guadagni (cig) ordinaria o straordinaria; 
  • se l'azienda non è in grado di mantenere gli stessi livelli occupazionali è previsto l'avvio di procedure che portano ai licenziamenti collettivi e alla conseguente collocazione in mobilità dei lavoratori licenziati con relative indennità; in alternativa, si può ricorrere ai contratti di solidarietà.
Coloro che restano esclusi da questo sistema hanno diritto, in caso di licenziamento, indipendentemente dal numero di addetti e del settore di provenienza, all'indennità di disoccupazione.
Il tradizionale difetto di questo complesso di interventi sta nel carattere quasi esclusivamente assistenziale, senza collegare le indennità a interventi mirati alla ricollocazione dei disoccupati. Inoltre, in questi ultimi anni i cambiamenti dell'economia, che hanno esposto sempre nuove aziende e interi settori a una maggiore concorrenza, anche internazionale, hanno evidenziato un ineludibile problema di equità. L'attuale sistema, infatti, tutela soprattutto i lavoratori sospesi o licenziati dalle grandi imprese dei settori industriale e commerciale, mentre per tutti gli altri c'è solo l'indennità di disoccupazione che, nonostante i miglioramenti apportati nel tempo, eroga prestazioni esigue rispetto a quelle previste nei settori suddetti, senza contare i lavoratori con contratti di lavoro flessibile.
Da diversi anni, per offrire coperture proprio ai lavoratori esclusi, è stato attivato il sistema dei cosiddetti ammortizzatori sociali in deroga, in base alla quale i dipendenti di aziende non appartenenti ai settori visti sopra e con numero di dipendenti inferiore a 15 possono usufruire, sulla base di accordi sindacali in sede istituzionale, della cassa integrazione e della mobilità entro i limiti finanziari stabiliti annualmente.
Proprio gli ammortizzatori in deroga, potenziati negli stanziamenti, sono stati utilizzati negli ultimi 2 anni e continueranno ad esserlo per fronteggiare la crisi produttiva in atto dall'autunno 2008. Va osservato che, se lo strumento degli ammortizzatori in deroga è stato l'unico utilizzabile nell'immediato per poter assicurare la tutela del reddito ai lavoratori colpiti dalla crisi, si presta tuttavia a critiche non di poco conto, poiché il sistema degli ammortizzatori sociali a regime è finanziato con contributi che l'imprese pagano all'INPS, mentre gli ammortizzatori in deroga sono a carico della fiscalità generale e ciò deresponsabilizza le aziende che lo utilizzano.E' dunque sempre più urgente una riforma che renda più equa e finanziariamente sostenibile la materia, magari ricercando soluzioni specifiche per le imprese più piccole. 

Ciò premesso, vi descriveremo nei giorni avvenire i tratti fondamentali del sistema di ammortizzatori sociali, come emergono da una lettura coordinata delle normative in vigore, resa difficile dalla complessità del sistema e dalla stratificazione legislativa negli anni, nonché dalle modifiche più recenti volte a rendere più flessibile e utilizzabile il sistema di ammortizzatori in un momento di forte crisi produttiva.

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