Una verità dell'indotto e quella che ci racconta un'ex operaio, che chiameremo Antonio che fino al Dicembre 2009 lavorava presso la ditta S. ed era uno di quei dipendenti, pur venendo pagati con i minimi sindacali, nel sito di produzione di Castellammare di Stabia, faceva la fortuna del suo datore di lavoro.
Soltanto che la sua azienda ebbe la brillante idea, che nel Gennaio 2010 pensò di licenziare una buona parte del personale di lavoro, pur avendo i requisiti richiesti per poter accedere agli ammortizzatori sociali ovvero (cigo).
Per essere precisi in quella parte c'erano alcuni di essi che essendo finitori di contratto, come Antonio, furono messi sotto ricatto morale. Se vuoi lavorare ti devi spostare nel sito di produzione di Marghera, però, io come azienda ti posso solo dare come trasferta Italia 15 euri giornalieri al fronte dei 47 che prevede il contratto di lavoro nazionale. Quel contratto che anche le parti sindacali conoscono bene.
La cosa che fa più male dice il nostro amico Antonio, e che il decreto del 18 Dicembre 2009, doveva tutelare anche lui ch'era in finitura di contratto. Prevedendo proprio queste via di fuga degli Imprenditori, che all'ultimo giorno di contratto si doveva accedere alla cigo, ma con anche il decreto il suo titolare lo licenziò; fatta la legge trovato l'inganno. In quell'inizio crisi parecchie aziende dell'indotto stabiese si comportavano più o meno allo stesso modo tanto è vero che nel primo incontro alla prefettura su 72 aziende che facevano parte dell'indotto se ne presentavano 55, le quali le prime 42 erano già pronte con i documenti in regola per accedere alle cigo, le restanti presero solo impegno per regolarizzarsi. Un'altra parte come l'azienda S. quella del nostro amico, non si presentava proprio, scusandosi con il fatto che lei aveva lavoro in altri siti, omettendo però il dato delle trasferte.
La cosa strana di tutto questo, a parte che Antonio si trova in quella lista che Bobbio ha presentato al Prefetto il 18/11, ma che aziende come queste la Fincantieri li favorisce anche offrendo loro più lavoro, quando si parla di lavoro si parla di soldini a nove zeri, rispetto a quelle aziende che anno risposto presente alla domanda, sia prima per i lavoratori e poi a quelle delle istituzioni. Magari sono pure quei imprenditori che nel sito di Castellammare di Stabia hanno investito milioni di euro, rispondendo alle esigenze fincantieri, e ora si trovano senza ore di lavoro o magari con poco lavoro. Mentre le aziende come quelle di Antonio nei siti di Marghera e Monfalcone hanno dei carichi di lavoro.
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