La lotta tra FIAT e operai all'IRISBUS sta conoscendo, proprio in queste ore, momenti di forte tensione. L'azienda ha infatti deciso di utilizzare anche la armi più sporche che ha a disposizione nel tentativo di spezzare la resistenza operaia. Dapprima la provocazione della notte tra il 14 ed il 15 ottobre quando, dopo un accordo raggiunto con i sindacati proprio la sera del 14, tentò di far uscire dalla fabbrica una ventina di autobus ancora da completare; e, nei giorni successivi, provvedimenti repressivi contro una decina di operai, colpevoli di aver intralciato il piano di chiusura della FIAT, impedendo l'uscita degli autobus.
Per fortuna le operaie e gli operai dell'Irisbus non hanno atteso il sindacato per condurre la lotta. Probabilmente è stato proprio grazie a questo comportamento, alla fedeltà al principio del “non delegare”, se sono riusciti finora a portare avanti una battaglia che dura già da più di 110 giorni.
5 domande a CGIL-CISL-UIL-UGL
Dopo più di cento giorni trascorsi dinanzi ai cancelli dell’Irisbus di Valle Ufita si impongono alcune inquietanti domande alle confederazioni sindacali irpine e nazionali.
Anche alla luce di ciò che in queste ore sta accadendo: lettere di prelicenziamento ai lavoratori, dichiarazione di Marchionne ecc.
1) Perché dinanzi ai cancelli dello stabilimento non c’è mai la presenza di un sindacalista esterno?
Nonostante loro stessi hanno continuato a raccomandare pubblicamente ai lavoratori persino Domenica 23/10/2011 di continuare il presidio ai cancelli. Si risponde che l’Irpinia è attraversata da mille vertenze. Non c’è dubbio. Non ci sfiora l’idea che bisogna far mancare ad altri lavoratori la necessaria assistenza, ma è indubitabile che la vertenza Irisbus si impone per la qualità degli interlocutori e per la quantità di lavoratori coinvolti. Ed allora perché?
2) Perché la Fiat tenta di far uscire i pulmans dallo stabilimento il giorno dopo l’incontro con le OO. SS. all’Unione degli Industriali?
Un incontro avviatosi in un clima di festose relazioni e conclusosi con l’obiettivo comune di abbassare i toni. Il giorno dopo si consumava la provocazione della Fiat. Perché? C’era, forse, un tacito accordo? Uno scambio?
3) Perché, dopo 100 giorni, i segretari generali nazionali delle grandi confederazioni non si sono visti dinanzi ai cancelli dell’Irisbus?
In più di tre mesi il tempo per incontrare i lavoratori si sarebbe potuto e dovuto trovare soprattutto alla luce delle nove lettere di “prelicenziamento”.
E allora perché? Considerano questa vertenza e il mezzogiorno una trincea non più difendibile?
4) Perché le OO. SS. non chiariscono una volta per tutte come, dove intendono condurre e indirizzare questa vertenza?
Non c’è stata, da parte delle OO. SS., lo straccio di una proposta, l’apertura di un tavolo in grado di incanalare il conflitto e portarlo a risultati accettabili.
Da mesi ascoltiamo e leggiamo solo dichiarazioni che scaricano il peso della vertenza sull’assenza della cosiddetta “politica”.
Non c’è dubbio che i partiti, istituzioni nazionali e regionali stanno dimostrando tutta la loro pochezza, ma le OO. SS. – uniche destinatarie della rappresentanza operaia – hanno il dovere di avanzare una proposta. Se non ora, quando?
5) Quali sono gli obiettivi che le OO. SS. intendono raggiungere?
Non sono per nulla chiari e in questa assenza di prospettiva la Fiat sta mettendo in campo tutta la propria potenza nel tentativo di fermare, dividere, smembrare la tenuta dei lavoratori.
Perché insomma e per concludere non c’è una risposta altrettanto efficace da parte delle OO.SS.
Flumeri 26 ottobre2011
I lavoratori della Irisbus



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